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"Effetto Francesco" - straordinarie le immagini del Pontefice alla GMG

L'unica nota stonata è stata la voce di alcuni giornalisti televisivi che proprio non ce la fanno a stare zitti nemmeno quando un sacrosanto silenzio sarebbe il commento migliore. Ma nemmeno l'overdose di parole in cui qualcuno è caduto ha scalfito la potenza delle immagini che hanno restituito al mondo i gesti semplici, genuini ed efficaci di Papa Francesco durante il suo viaggio in Brasile in occasione della Giornata mondiale della gioventù.

"Effetto Francesco" - straordinarie le immagini del Pontefice alla GMG

L'unica nota stonata è stata la voce di alcuni giornalisti televisivi che proprio non ce la fanno a stare zitti nemmeno quando un sacrosanto silenzio sarebbe il commento migliore. Ma nemmeno l'overdose di parole in cui qualcuno è caduto ha scalfito la potenza delle immagini che hanno restituito al mondo i gesti semplici, genuini ed efficaci di Papa Francesco durante il suo viaggio in Brasile in occasione della Giornata mondiale della gioventù.
La prima istantanea è quella del Pontefice che sale sulla scaletta dell'aereo in partenza, sereno e sorridente, portando a mano la sua borsa come un qualunque pellegrino. In un mondo in cui ancora troppi credono che il valore di un personaggio pubblico si misuri dalla quantità di portaborse che lo seguono, questa immagine è un forte richiamo all'essenzialità e all'umiltà, ma anche alla ricchezza dell'essere persona. All'arrivo a destinazione l'emozione non è stata minore. Abbiamo ancora negli occhi la "papamobile" che procede lentamente in mezzo a due ali di folla in tripudio, costretta addirittura a fermarsi per il caloroso abbraccio dei presenti. Il Papa non si tira indietro e, anzi, si protende per manifestare con la sua vicinanza all'uomo quella di Dio. Poco importa se la scorta e gli uomini della sicurezza sono costretti a un superlavoro (e probabilmente si sentirebbero più tranquilli con un Papa un po' più ingessato nel cerimoniale tradizionale), il riverbero sulla folla che lo circonda e sugli spettatori di tutto il mondo è dirompente dal punto di vista non solo emotivo ma anche spirituale. Francesco è fede incarnata. Le puntuali immagini del Centro televisivo vaticano in onda in mondovisione ci restituiscono l'intensità di un altro momento toccante e profondo: l'incontro con i tossicodipendenti in via di recupero nell'ospedale di Rio de Janeiro intitolato a San Francesco d'Assisi. Più delle parole contro la liberalizzazione delle droghe e contro ogni forma di dipendenza, valgono i gesti. O meglio, il gesto: l'abbraccio che il Pontefice regala a ciascuno e a tutti, senza barriere e con slancio pastorale e amichevole. Ed è proprio lì che Francesco regala una riflessione teologica delle sue, tanto semplice nell'enunciazione quanto profonda nel senso: "Vorrei abbracciare ciascuna e ciascuno di voi. Abbracciare. Abbiamo tutti bisogno di imparare ad abbracciare chi è nel bisogno, come San Francesco". Proprio così.
Da lì alla visita nella casa di una famiglia della favela il passo è breve. E così il Papa entra fra le mura spoglie e decorose di un'abitazione nella comunità marginale di Varginha e, nei dieci minuti di permanenza, si comporta come se ritrovasse vecchi amici con cui la consuetudine è radicata. Gli ospiti stessi si stupiscono di tanta semplicità e del modo confidenziale con cui Francesco si rivolge a loro "chiedendo un bicchiere d'acqua".
La distesa della spiaggia di Copacabana - ribattezzata per l'occasione dai giovani brasiliani "Popacabana" con un gioco di parole - rimanda l'immagine di più di un milione di ragazzi che aspettano, accolgono e festeggiano il Pontefice. La traversata dell'auto bianca fra la gente offre un altro bagno di folla, con le abituali soste per accarezzare un bambino, bere un sorso di "mate", benedire da vicino i presenti, battere un "cinque" a chi protende la mano.
La stessa intimità e vicinanza si rivelano nell'incontro con i carcerati, ai quali Francesco regala parole di comprensione e, soprattutto, di speranza, mentre le immagini indugiano sul suo sorriso e sui lampi di luce che trasmette negli occhi dei presenti, non senza suscitare una buona dose di commozione. La veglia di preghiera del sabato sera e la Messa conclusiva della domenica, spostate a Copacabana per le previsioni meteo non favorevoli, sono i momenti spirituali più intensi. La celebrazione finale dell'Eucaristia è solenne ma non cerimoniosa. Ancora una volta ci pensa Papa Francesco a rivelare l'essenzialità della fede in Cristo con l'immediatezza dei suoi gesti e delle sue parole.

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