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San Francesco d'Albaro. Chiesa e dintorni (per non dimenticare)

Non è la prima volta che un ricercatore o uno storiografo si interessano a San Francesco d'Albaro, località un tempo amministrata autonomamente (il Comune, con altri del suburbio genovese, fu poi soppresso nel 1874), la cui storia però ruota per larga parte intorno alla sua chiesa parrocchiale, risalente, nella primitiva erezione, tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo.

San Francesco d'Albaro. Chiesa e dintorni (per non dimenticare)

Non è la prima volta che un ricercatore o uno storiografo si interessano a San Francesco d'Albaro, località un tempo amministrata autonomamente (il Comune, con altri del suburbio genovese, fu poi soppresso nel 1874), la cui storia però ruota per larga parte intorno alla sua chiesa parrocchiale, risalente, nella primitiva erezione, tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo.
Questa nuova fatica, uscita poco tempo fa per i tipi della Nuova Editrice Genovese, è dovuta a Sandro Ferrera, che nella sua stesura, oltre l'impegno della ricerca archivistica ed iconografica, ha posto anche il cuore, essendo nato e vissuto proprio in quella parte di Genova.
Il volume, intitolato "San Francesco d'Albaro. Chiesa e dintorni (per non dimenticare)", sia aggiunge ad altri che, nel corso del tempo, hanno affrontato lo stesso argomento, ma che, in ogni caso, appare comunque interessante: se si va a vedere, anche sugli argomenti più volte trattati vi è sempre qualcosa di più da dire e che, magari, è sfuggito a chi se ne è occupato precedentemente.
L'opera riserva particolare attenzione alla parte fotografica e qui è doveroso sottolineare che l'autore si è impegnato veramente a fondo per riunire il maggior quantitativo possibile di immagini, per lo più antiche, con le quali passa in rassegna la progressiva evoluzione dell'antico Comune, un tempo riservato per buona parte alla villeggiatura delle famiglie della nobiltà e della buona borghesia, che normalmente risiedevano nel centro cittadino (chi scrive ricorda di aver udito, ancora nei primi anni '60, il Marchese Stefano Cattaneo Adorno, abitante nella sua villa di viale Causa. affermare: "Debbo andare in città"). La prima parte del volume (che è di complessive 190 pagine) spazia sulla storia ambientale, tra chiese e ville, tra personaggi e teatri, tra avvenimenti e cittadini illustri. La seconda, invece, più dettagliata, è interamente dedicata alla chiesa parrocchiale. Si parte dal primitivo tempio intitolato a S. Michele che, a far data dal 1304, accolse la comunità del Frati Minori Conventuali e che fu poi dedicato dagli stessi religiosi al loro Patrono; resa inservibile l'antica parrocchiale dei Ss. Nazario e Celso, questa ne ereditò il titolo (che fu perciò unito a quello di S. Francesco, abbandonando il primo) e, a partire dal 1549, anche le funzioni parrocchiali che da allora furono esercitate dai Conventuali. La chiesa, così come si presenta oggi, è dettagliatamente descritta in tutti i suoi particolari (sculture, pitture, affreschi, altari, lapidi), con l'ausilio di ottime riproduzioni a colori che evidenziano anche i progressivi restauri effettuati nel tempo e, specialmente, negli ultimi due secoli.
Insomma, un utile e, per il momento, esauriente compendio storico-religioso-iconografico per conoscere Albaro di ieri e di oggi.

San Francesco d'Albaro. Chiesa e dintorni (per non dimenticare)
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