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In libreria - Lettera agli sposi

Inviata da Papa Francesco nell'Anno Amoris Laetitia

In libreria - Lettera agli sposi

Nell’Anno della Famiglia "Amoris laetitia” (che si concluderà il 26 giugno 2022 in occasione del decimo incontro mondiale delle famiglie a Roma), il Papa dedica ai coniugi una lettera per manifestare la sua vicinanza e il suo affetto.

Francesco apre la sua riflessione considerando che l’attuale contesto storico invita “a vivere le parole con cui il Signore chiama Abramo a uscire dalla sua terra e dalla casa di suo padre verso una terra sconosciuta che Lui stesso gli mostrerà”. Gli sposi, spiega il Pontefice, fanno proprio un’esperienza simile a quella di Abramo, escono “dalla propria terra fin dal momento in cui, sentendo la chiamata all’amore coniugale”, decidono “di donarsi all’altro senza riserve”.

Francesco affronta anche il tema delle relazioni con i figli, che nei genitori cercano “la testimonianza di un amore forte e affidabile. “I figli sono un dono, sempre, cambiano la storia di ogni famiglia - rimarca il Papa -. Sono assetati di amore, di riconoscenza, di stima e di fiducia”. A loro c’è da trasmettere “la gioia di scoprirsi figli di Dio, figli di un Padre che fin dal primo istante li ha amati teneramente e li prende per mano ogni giorno”, perché abbiano “la fede e la capacità di confidare in Dio”. E ancora, aggiunge Francesco, c’è da educarli, accompagnare i loro processi di crescita, “essere presenti in tanti modi, così che i figli possano contare sui genitori in ogni momento”.

“Avete la missione di trasformare la società con la vostra presenza nel mondo del lavoro e di fare in modo che si tenga conto dei bisogni delle famiglie” specifica poi il Pontefice agli sposi, sollecitandoli a “prendere l’iniziativa all’interno della comunità parrocchiale e diocesana con le loro proposte e la loro creatività e ad affiancare i pastori “per camminare con altre famiglie, per aiutare chi è più debole, per annunciare che, anche nelle difficoltà, Cristo si rende presente”. E ancora il Papa spinge i coniugi “a partecipare nella Chiesa, in particolare nella pastorale familiare”, rammenta loro “che la famiglia è la ‘cellula fondamentale della società, che “il matrimonio è realmente un progetto di costruzione della ‘cultura dell’incontro’” e che per questo “alle famiglie spetta la sfida di gettare ponti tra le generazioni per trasmettere i valori che costruiscono l’umanità”.

E non dimentica, il Papa, la vita di ogni giorno delle famiglie, le problematiche, le incomprensioni che possono sorgere in una coppia. Per questo, nella sua lettera agli sposi, definisce la vocazione al matrimonio “una chiamata a condurre una barca instabile - ma sicura per la realtà del sacramento - in un mare talvolta agitato”, una barca dove è presente Gesù che si preoccupa per i coniugi e rimane con loro in ogni momento, “nel dondolio della barca agitata dalle acque”. “È importante che insieme teniate lo sguardo fisso su Gesù - raccomanda caldamente Francesco alle coppie -. Solo così avrete la pace, supererete i conflitti e troverete soluzioni a molti dei vostri problemi”.

Agli sposi che hanno vissuto con difficoltà la convivenza durante la quarantena imposta dalla pandemia, perché “i problemi che già esistevano si sono aggravati, generando conflitti che in molti casi sono diventati quasi insopportabili”, e a quanti “hanno persino vissuto la rottura di una relazione in cui si trascinava una crisi che non si è saputo o non si è potuto superare”, il Papa esprime poi particolare vicinanza e affetto. Il consiglio del Pontefice è di non smettere di cercare aiuto, “affinché i conflitti possano essere in qualche modo superati e non provochino ulteriori sofferenze”.

Ai giovani che preparandosi al matrimonio si scontrano con l’incertezza lavorativa e che temono di progettare il futuro, Francesco consiglia “il ‘coraggio creativo’ che ebbe San Giuseppe”, al quale, tra l’altro, ha dedicato l’anno appena trascorso. “Quando si tratta di affrontare il cammino del matrimonio, pur avendo pochi mezzi, confidate sempre nella Provvidenza - rassicura il Papa - perché ‘sono a volte proprio le difficoltà che tirano fuori da ciascuno di noi risorse che nemmeno pensavamo di avere’”. Quindi l’ulteriore incoraggiamento ad appoggiarsi alle famiglie, alle amicizie, alla comunità ecclesiale, alla parrocchia, “per vivere la futura vita coniugale e familiare” imparando da coloro che hanno già intrapreso questa strada.

Non manca il pensiero del Pontefice per i nonni, che nel periodo di isolamento imposto dalla pandemia “si sono trovati nell’impossibilità di vedere i nipoti e di stare con loro”, e per le “persone anziane che hanno sofferto in maniera ancora più forte la solitudine”.

Infine il Papa conclude la sua lettera agli sposi invitandoli a guardare alla Santa Famiglia, tornando ancora sul coraggio creativo di San Giuseppe, “tanto necessario in questo cambiamento di epoca che stiamo vivendo, e indicando la Madonna come colei che può accompagnare nella vita coniugale “la gestazione della cultura dell’incontro, così urgente per superare le avversità e i contrasti che oscurano il nostro tempo”.

Fonte: Il Cittadino
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