La parola
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2a domenica di Quaresima - anno C, Luca 9,28b-36

Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d'aspetto

Nella seconda domenica del tempo quaresimale, la Chiesa propone il mistero della trasfigurazione del Signore, evento di luce e di gloria, attestato nei tre vangeli sinottici (Mt - Mc - Lc); è bene inserire la narrazione di Luca, nel contesto della sezione, rappresentata dal cap. 9 del suo vangelo: il capitolo si apre con la singolare menzione del tetrarca Erode che, sentendo parlare di Gesù, è perplesso, incuriosito (9,7-9), tanto che desidera vedere Gesù, 'cercava di vederlo' (Lc 9,9).

Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d'aspetto

Nella seconda domenica del tempo quaresimale, la Chiesa propone il mistero della trasfigurazione del Signore, evento di luce e di gloria, attestato nei tre vangeli sinottici (Mt - Mc - Lc); è bene inserire la narrazione di Luca, nel contesto della sezione, rappresentata dal cap. 9 del suo vangelo: il capitolo si apre con la singolare menzione del tetrarca Erode che, sentendo parlare di Gesù, è perplesso, incuriosito (9,7-9), tanto che desidera vedere Gesù, 'cercava di vederlo' (Lc 9,9). Qui è il tema fondamentale che Luca dispiega in questa sezione del suo racconto: il mistero nascosto in Gesù, la sua progressiva rivelazione, fino al suo mostrarsi, al suo farsi vedere sul monte, dai tre discepoli prescelti: 'e videro la sua gloria' (Lc 9,32). Com'è chiaramente rilevabile, c'è un autentico cammino progressivo, nel quale intervengono diversi personaggi: la gente (9,18-19), i discepoli nella persona di Pietro (9,20), Gesù stesso che annuncia il suo destino di morte e di risurrezione (9,22), la voce celeste del Padre (9,35); c'è anche un venire alla luce, in modo crescente, del volto di Gesù, riconosciuto come profeta dalle folle, confessato come Cristo di Dio da Pietro, che si autodefinisce Figlio dell'Uomo e che, infine, è proclamato sul monte come il Figlio del Padre, l'eletto.In questa prospettiva, la trasfigurazione è il momento culminante di un percorso nel quale, mentre Gesù si manifesta nella sua gloria di Figlio, si annuncia l'esito drammatico della sua presenza nella nostra storia: la sua morte in croce e la sua risurrezione il terzo giorno; è una scena di rivelazione, dove il linguaggio e le immagini (il volto che cambia d'aspetto, la veste candida e sfolgorante, l'apparizione dei due grandi testimoni dell'antica Alleanza, Mosè ed Elia, la nube che avvolge i discepoli, la voce celeste) esprimono una sorta di teofania, che si sprigiona intorno alla persona di Gesù. Tutto è segno di questa gloria divina, di questo splendore che irraggia da Cristo e Luca, nel suo racconto, evidenzia in modo originale due tratti significativi: Gesù è in preghiera e Mosè ed Elia, apparsi accanto a lui, parlano 'della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme', parlano del suo 'esodo' (così andrebbe tradotto il vocabolo greco), l'esodo di Gesù, il suo trapasso, il suo passaggio che si sarebbe compiuto nella sua Pasqua di morte e risurrezione.In queste prime settimane della Quaresima, il vangelo della trasfigurazione racchiude l'invito a compiere anche noi questo percorso di conoscenza amorosa e stupita di Gesù, fissando gli occhi su di Lui, nel mistero della Pasqua: è l'invito semplice e grande che il Papa ci ha rivolto nel suo messaggio per la Quaresima 'Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto'. Non a caso, l'evangelista Luca colloca questo evento luminoso in un clima di preghiera, Gesù è salito con i tre amici sul monte per pregare, per incontrare il Padre e, mentre sta pregando, il suo volto fa trasparire la gloria del suo essere divino. Nella preghiera, carica di silenzio e di contemplazione, noi entriamo in questo mistero, una preghiera che si nutre della ricchezza della Scrittura, espressa nelle figure di Mosè, colui che ha ricevuto la parola della legge, e di Elia, il grande profeta del Dio vivente. La contemplazione cristiana non è una vaga e generica ricerca di pace interiore o di benessere, è guardare un volto di carne, Gesù, per essere conquistati afferrati dalla sua bellezza, una bellezza strana, paradossale che si svela proprio nella croce, nell'ora del suo drammatico esodo, e che continua a trasparire nel volto dei suoi testimoni, dei suoi santi.La voce del Padre indirizza i discepoli ad ascoltare il suo Figlio, il suo eletto, colui nel quale il Padre dice tutto il suo mistero: venuta meno questa voce, resta Gesù solo, e riprende il cammino degli amici di Cristo, che, solo attraverso il dramma pasquale, comprenderanno il loro maestro. È proprio il senso dell'itinerario quaresimale, tempo favorevole per la nostra libertà, tempo in cui fissare gli occhi e il cuore su Cristo Signore, crocifisso e vivente.

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