La parola
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II lettura di domenica 26 luglio - Ci ha predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo

XVII domenica tempo ordinario (Anno A)

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati. 

La vita cristiana è attraversata da angustie e sofferenze, intralci e tentazioni, che tuttavia non debbono distruggere la certezza della gloria eterna, di cui anzi sono premessa.

Addentellandosi a questa convinzione, espressa poco prima, Paolo la conferma, affermando che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”, coloro, cioè, che hanno accettato di rispondere alla chiamata di Dio, uniformandosi al suo progetto – “al suo disegno” – alla sua volontà.

E del “disegno” di Dio, l’Apostolo delinea lo sviluppo, esprimendolo con una concatenazione di momenti salvifici, che i Padri della Chiesa hanno definito “catena aurea”.

Dio “ha predestinato da sempre”, dall’eternità, “coloro che ha conosciuto” – coloro che ha avuto nella sua mente e nel suo cuore, quindi tutti gli uomini – “ad essere conformi all’immagine del Figlio suo”: Dio oltre ad aver creato gli uomini a sua immagine, li ha preparati a divenire “conformi all’immagine del Figlio suo”, quale “primogenito di molti fratelli”; “primogenito” perché li precede nella figliolanza e nella gloria eterna.

Dopo la “predestinazione” c’è la “chiamata” a realizzare il progetto divino: chiamata che non può non tener conto della libertà umana, la quale può rispondere positivamente o negativamente.

Se la risposta è positiva, segue la “giustificazione”, la salvezza, che o condizione di “glorificazione”, di partecipazione alla gloria eterna del Figlio, realizzando così la completa, perfetta “conformità” con lui.

Paolo rimarca la certezza della predestinazione alla salvezza, dono gratuito di Dio e non conseguenza di merito umano, ma non intende sopprimere la responsabilità derivante dalla libera volontà umana.

È il mistero della suprema volontà divina, che vuole la salvezza dell’uomo e tuttavia lascia intatta la libertà umana, la quale può restare sorda alla “chiamata”. Mistero, cui il cristiano “è chiamato” ad aderire per fede.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 26 luglio - Ci ha predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo
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