La parola
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II lettura di domenica 22 novembre - Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti

Cristo Re dell’Universo (Anno A)

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch'egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

La risurrezione corporea dei morti è uno dei temi della catechesi apostolica. Già Gesù era stato interpellato sull'argomento dai Farisei (credenti nella risurrezione) e dai Sadducei (i quali invece la negavano).
Quando il messaggio cristiano giunge in Grecia, trova opposizione su questo punto: mentre, per influenza soprattutto della filosofia platonica e pitagorica, non c'è difficoltà ad ammettere l'immortalità dell'anima, viene invece respinta l'idea che i corpi possano risorgere da morte.
La comunità di Corinto deve aver bisogno di essere corroborata nella convinzione della risurrezione dei morti, se Paolo si diffonde sul l'argomento in tutto il capitolo 15 della prima lettera indirizzata a loro.
Partendo dalla convinzione (evidentemente non contestata dai Corinti) della risurrezione di Cristo, l'Apostolo ha affermato la consequenzialità della risurrezione dei morti: se si ammette – ha detto – che Cristo sia risuscitato bisogna ammettere che anche gli altri uomini risusciteranno: Risurrezione di Cristo e risurrezione dei morti sono due verità intimamente e reciprocamente connesse, talché se si nega l'una cade anche l'altra e viceversa.
Paolo si riferisce quindi specificamente ai “giusti”, sottintendendo tuttavia la risurrezione anche degli altri, di cui, peraltro, parla esplicitamente altra volta (At 17, 31; Rm 14, 9; 2a Cor. 5,10).
I redenti sono assimilati da Cristo, incorporati a lui: Cristo risorto “è primizia dei morti”, cioè frutto iniziale, capostipite di tutti gli altri. La “primizia” nella tradizione culturale ebraica è il primo mannello di spighe della mietitura, che viene offerto a Dio, segno dell'inizio del raccolto e pegno di quanto verrà mietuto.
Cristo infatti è il nuovo Adamo, capostipite della umanità destinata alla risurrezione, alla stessa maniera che il primo Adamo, peccatore, era stato capostipite dei destinati alla morte.
Oltre la considerazione della morte e della risurrezione corporea, Paolo allude alla morte e alla vita soprannaturali: infatti Cristo è innanzi tutto Signore della vita soprannaturale quindi, per conseguenza, anche della risurrezione.
Adamo è stato causa della perdita della vita soprannaturale e conseguentemente causa della morte fisica (“tutti muoiono in Adamo”); Cristo ridona la vita soprannaturale e la vita corporea (“tutti riceveranno la vita in Cristo”). Quindi Paolo parla sia della vivificazione proveniente dal Battesimo, sia della risurrezione corporea.
Paolo “però” richiama i cristiani alla gerarchia e alla successione nella risurrezione: prima Cristo; coloro che sono incorporati a lui (“quelli che sono di Cristo”) risorgeranno al momento della “sua venuta” come giudice (la “parusia”); “poi sarà la fine” della vicenda umana e la conclusione della storia della salvezza: allorché Cristo, dopo aver debellato ogni forma di opposizione a Dio (“ogni principato; ogni potestà e potenza”) avendo quindi, compiuta la sua missione di instauratore del “Regno”, lo “consegnerà a Dio Padre”.
Attuato l'intero piano della salvezza, che Gesù deve con¬durre a termine assistendo la sua Chiesa, non ci sarà più bisogno di intermediario per comunicare con Dio: Dio sarà oggetto di contem¬plazione diretta in tutte le creature e in tutti gli avvenimenti; tutte le creature redente lo vedranno nel loro essere come loro totale luce e totale vita, tutto in tutti”.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 22 novembre - Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti
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