La parola
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II lettura di domenica 19 gennaio - Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Dio affida al suo “Servo” la missione di annunciare la salvezza, non soltanto per il Popolo dell’Antica Alleanza, che egli ha scelto come depositario della sua rivelazione, ma per tutta l’umanità.

La scelta divina non è casuale, ma progettata, preparata.

Il Popolo della Nuova Alleanza è chiamato a proseguire la stessa missione, mediante la santificazione in Gesù Cristo.

Egli infatti è la realizzazione della promessa divina, l’autentico “Servo di Jahvé”, il Redentore, il Salvatore unico ed universale, perché non soltanto inviato da Dio, ma perché Figlio di Dio Padre, unito allo Spirito Santo. 

Inizia, in questa domenica, la lettura dei passi salienti della prima lettera di Paolo ai Corinti. A Corinto – porto di mare, popolazione cosmopolita, larghi strati di povertà e diffuso culto sessuale alla dea Afrodite – l’Apostolo, durante il suo secondo viaggio (anno 50 circa) soggiornandovi più di un anno e mezzo, ha fondato una comunità cristiana.

Ad essa scrive questa prima lettera, mentre fa tappa ad Efeso, durante il terzo viaggio (anni 53-57).

Secondo lo stile epistolare dell’epoca e il suo personale, esordisce con il suo saluto di mittente ai destinatari.

Scrive in qualità di “apostolo di Gesù Cristo”; ministero in cui non è entrato per sua scelta, ma perché “chiamato” e non da una autorità terrena qualsiasi, ma da “volontà di Dio”. Una premessa, con cui intende far comprendere immediatamente ed inequivocabilmente che quanto verrà esprimendo non carattere privato, ma si tratta di lettera ufficiale, quindi con il crisma dell’autorità apostolica, derivante da Dio. Accomuna nel saluto anche Sostene, che chiama “fratello”, perché in stretto rapporto di fede e di collaborazione, forse anche scrivano della lettera.

Destinataria: “la Chiesa di Dio che è in Corinto” – la comunità che appartiene a Dio ed è convocata da Dio – costituita da “coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù”, i battezzati. Essi hanno l’impegno di continuare a vivere il Battesimo, “ad essere santi”, consapevoli di far parte di una comunità più ampia, la Chiesa universale (“in ogni luogo”), in cui si riconoscono coloro che credono – “invocano il nome” - nella identità divina del “Signore nostro Gesù Cristo”, unico Dio per tutti: “Signore nostro e loro".

Ed allora a tutti l’augurio di “grazia”, dono della vita soprannaturale, e di “pace”, frutto della riconciliazione con Dio e con i fratelli. Auspicio che implicitamente è pure invocazione a chi elargire questi doni: “Dio Padre nostro e il Signore Gesù Cristo”.

Una circolarità vitale perfetta: dalla vocazione all’apostolato alla vocazione alla santità, tutto parte da Gesù, tutto da lui prende efficacia e a tutto lui ritorna.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 19 gennaio - Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
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