La parola
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II lettura di domenica 18 ottobre - Mèmori della vostra fede, della carità e della speranza

XXIX domenica tempo ordinario (Anno A)

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l'operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.

A Tessalonica – capitale della Macedonia, centro commerciale, città cosmopolita, tappa accogliente sulla Via Egnatia che congiunge l'Oriente a Roma, attraverso Durazzo – Paolo ha annunciato il messaggio di Cristo durante il suo secondo viaggio, tra l'estate e la fine dell'anno 50.
L'inverno seguente, non potendo tornare in quella comunità, da Atene manda ad essa Timoteo, il quale poi lo raggiunge a Corinto recandogli notizie, che in parte sono motivo di gioia e in parte motivo di apprensione per l'Apostolo. Egli allora invia la sua prima lettera apostolica, la quale – com’è noto – è pure lo scritto canonico più antico del Nuovo Testamento, essendo stata stilata verso la fine del 51 o all'inizio del 52.
L'esordio è solenne, ufficiale: Paolo, che unisce a se i collaboratori Silvano e Timoteo, scrive “alla Chiesa dei Tessalonicesi”, che egli ha fondato, ma che sussiste “in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo”. L’augurio “di grazia e pace” è ispirato da questa convinzione.
Quindi l’Apostolo dice di elevare preghiere di gratitudine a Dio per la vitalità di questa Chiesa, che si distingue per “impegno nella fede, operosità nella carità, costante speranza nel Signore”.
Paolo sa che ciò è frutto, non di loro particolari meriti, ma della benevolenza di Dio, dal quale sono “stati eletti”.
E l’annuncio del Vangelo fatto dall’Apostolo “non si è diffuso soltanto per mezzo della parola”, ma per l’intervento misterioso della “potenza” divina e l’illuminazione dello “Spirito Santo” , che hanno conferito efficacia persuasiva alla “profonda convinzione” con cui Paolo va compiendo la sua missione.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 18 ottobre - Mèmori della vostra fede, della carità e della speranza
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