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II Lettura di domenica 8 dicembre - In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo

Immacolata Concezione (anno A)

In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.  In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati - secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà - a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. 

Lo scrivente sta esortando i destinatari alla reciproca comprensione, evitando di disprezzare le convinzioni altrui. Infatti si sta verificando una situazione incresciosa: un gruppo di cristiani si astiene dalla carne e dal vino, probabilmente per ascetismo – ancorato ad usi precedenti – ed accusa di lassismo chi non se ne astiene; a loro volta coloro che non compiono queste pratiche, ritenendo che l'uomo non può aggiungere nulla alla redenzione operata da Cristo, tacciano i primi di debolezza e ritengono se stessi i "forti".

L'Apostolo dunque invita entrambi i gruppi ad essere vi-cendevolmente tolleranti, evitando tutto ciò che può far di-spiacere o scandalizzare i fratelli. A sostegno di tale principio cita (nel v. 3, che precede il brano in oggetto) il Salmo 68: “Gli oltraggi di coloro che ti ingiuriano sono ricaduti sopra di me”. Quindi prosegue ricordando che quanto “è stato scritto prima di noi”, nell'Antico Testamento non è da considerarsi sorpassato.

Anche se la redenzione a cui l'Antico Testamento preparava è ormai realizzata, la Parola di Dio conserva tutto il suo valore di “istruzione”, di motivazione offerta alla virtù della perseveranza nel vivere i frutti della Redenzione.

Inoltre la Sacra Scrittura, mostrando il comportamento di Dio e l'esempio di uomini che gli sono stati fedeli, offre ragioni di consolazione nelle situazioni di avversità, che comunque si ripetono analoghe nella vita umana, e di speranza nella bontà di Dio, che resta sempre fedele alla sua Parola.

Non solo l'insegnamento della Scrittura dell'Antico Testamento ma anche l'esempio di Cristo deve sollecitare nei suoi seguaci atteggiamenti di amore reciproco.

E il discorso dell'Apostolo si fa preghiera invocativa, affinché Dio conceda “gli stessi sentimenti, gli uni verso gli altri, ad esempio di Cristo Gesù”, allo scopo di creare una unità non soltanto esteriore (“una voce”) ma anche interiore (“un solo animo”) nella comunità dei credenti, chiamata a glorificare Dio.

L'esempio di Gesù viene ulteriormente illustrato: egli, perfetto, accolse gli uomini con tutti i loro difetti, a maggior ragione chi sa di essere in difetto deve accogliere i suoi simili.

Cristo non soltanto ha accolto gli uomini, ma si é fatto “servitore” persino di chi non apparteneva al Popolo Eletto (“circoncisi”) a testimonianza della “veracità di Dio”, cioè della verità delle divine promesse di salvezza per tutti gli uomini

Pertanto anche le “nazioni pagane”, non facenti parte d‘Israele, hanno motivo di glorificare Dio: la sua misericordia, la sua vocazione alla salvezza non fa eccezioni, né preferenze.

Fonte: Il Cittadino
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