La parola
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XV Domenica, Mc 6, 7-13

Gesù chiamò i Dodici e incominciò a mandarli

Dovremmo rileggere il brano di domenica scorsa per capire bene il contesto di questa chiamata di Gesù. Proprio perché rifiutato e disprezzato, Gesù lascia le folle e si dedica a quella famiglia che aveva in parte già costituito. Dopo aver chiamato alcuni singolarmente a seguirlo, li aveva già costituiti in comunità, come sua famiglia, chiamandoli a stare con Lui (Mc 3,14), in vista di una collaborazione con la sua attività di predicatore ed esorcista.

Gesù chiamò i Dodici e incominciò a mandarli

Dovremmo rileggere il brano di domenica scorsa per capire bene il contesto di questa chiamata di Gesù. Proprio perché rifiutato e disprezzato, Gesù lascia le folle e si dedica a quella famiglia che aveva in parte già costituito. Dopo aver chiamato alcuni singolarmente a seguirlo, li aveva già costituiti in comunità, come sua famiglia, chiamandoli a stare con Lui (Mc 3,14), in vista di una collaborazione con la sua attività di predicatore ed esorcista. Ora è il momento della chiamata per l'invio: il discepolo diventa apostolo, da un verbo (apo-stellein) che significa essere mandato come rappresentante di una comunità, cioè non presentarsi come singolo, ma a nome di tutta una comunità di credenti. E' dunque un invio ufficiale, che ricorda anche a noi, discepoli e apostoli lettori del Vangelo, che tutto il nostro agire non è mai a titolo personale, ma una testimonianza offerta seguendo il comando di Gesù. I Dodici non saranno immuni dallo scandalo che ha toccato i concittadini di Gesù a Nazaret, e anch'essi dovranno sperimentare quanto è difficile rimanere con Gesù, 'perseverando nelle sue prove', umiliazioni e rifiuti (cf Lc 22,28). I veri apostoli sono coloro che superano e vincono la tentazione della fuga, del non rimanere con Gesù quando la testimonianza cristiana diventa una 'prova', una tribolazione. Gesù qui riassume tutto ciò che devono fare gli inviati con questa frase: 'diede loro potere sugli spiriti immondi'. In seguito Marco, riassumendo l'operato degli apostoli, dice anche che predicano e guariscono, ma forse come conseguenza di questo unico mandato essenziale: sottrarre il terreno del cuore dei credenti al nemico.La purificazione del cuore è ciò che ha di mira Gesù, sapendo che è da lì che partono tutte le energie della persona, dal suo centro più intimo. Da lì escono pensieri, programmi, ricordi, decisioni, e solo se la radice è buona anche i frutti (le azioni) che seguiranno saranno buone. L'esorcismo è liberazione della persona da tutto ciò che rende inadatti alla comunione con Dio, è un gesto che ridona dignità alle persone, piegate sotto svariati pesi che schiavizzano, è liberazione dalle paure di ciò che non può farci veramente male ma che, facendo leva sulle nostre angosce, scardina la porta del cuore, e la devia dalla giusta, salvifica e pacifica fiducia in Dio onnipotente. Gesù manda i suoi a liberare la gente da legami che pensa di non avere, esattamente come coloro che ancora dipingono il male con 'corna e zoccoli' da caprone, mentre il nemico cerca di farci chiudere a Cristo la porta del cuore con la sfiducia e di aprirla alle paure ed insicurezze che porta con sé sempre come un lupo mascherato 'con il manto dell'agnello', ossia con sembianze di bene. Se così non fosse, saremmo tutti in grado di difenderci da ciò che ci avvelena, e invece abbiamo bisogno della predicazione di conversione e della guarigione degli inviati di Gesù. A due a due, gli autentici testimoni ed inviati di Gesù costruiscono la prima comunità (un rimando forse anche alla prima coppia delle origini), avvalorano a vicenda la propria testimonianza (due è il numero minimo di testimoni oculari richiesto per provare una verità), affrontano e vincono il male in tutte le sue forme, smascherando tutti i suoi sotterfugi ed inganni. Con un metodo, però, ed un preciso stile di vita: non prendete nulla per il viaggio. Cosa ci chiede Gesù? Non lo sa che la strada e lunga e pericolosa? Non sa che abbiamo un corpo, e abbiamo bisogno di viveri, di rifornimenti, di sicurezze? Quanta faciloneria, vigliaccheria, e forse anche falsità nelle interpretazioni che noi cristiani abbiamo dato a questo passo, togliendone tutta la carica esplosiva… E' come amare il nemico: l'apostolo cristiano è chiamato a testimoniare al mondo che non si vive di solo pane, di sola programmazione economica, di sicurezze, del diritto ad amministrare ciò che viene avvertito come proprietà privata.. certo sono sacrosanti diritti, ma Gesù chiede di andare oltre, e divenire capaci di condivisione. Senza una privazione reale, una povertà e sobrietà di vita vissuta in prima persona, non credo si possa giungere ad una vera e profonda fiducia assoluta in Dio.L'apostolo cristiano, ossia ogni singolo credente, si presenta inerme, fiducioso in Colui che lo ha inviato e lo sostiene, capace di costruire legami di fraternità nuova. Entra nelle case, senza girovagare, perché vuole costruire legami stabili, sapendo che 'sorelle, fratelli, e madri sono coloro che ascoltano la Parola e la mettono in pratica'. Il pio israelita, tornando da un viaggio in terra pagana, si scuoteva sandali e mantello dalla polvere di quelle terre, per sottolineare l'entrata nella terra santa. Ora Gesù chiede di rendere santa ogni terra ed ogni cuore con la cacciata degli spiriti immondi, e di sottolineare che il rifiuto della parola è come il rifiuto della vita santa, offerta da Dio, e rende terra 'pagana' anche la terra santa che rifiuta gli inviati di Gesù, così come l'accoglienza della Parola rende 'santa ' anche la terra pagana. E gli apostoli eseguono con obbedienza e coraggio le parole di Gesù. Presentandosi senza la baldanza e la sicurezza che danno i mezzi umani, il missionario cristiano predica innanzitutto che non esiste una situazione dalla quale non si può tornare, non esiste lontananza possibile da Dio se solo ci si 'converte', ossia si decide nel proprio cuore di tornare alla casa del Padre, riaccendendo il desiderio di costruire una famiglia di credenti che si amano e non si fanno mancare niente a vicenda, grazie alla condivisione fraterna. Gli apostoli accendono dovunque la fiamma della speranza: il mio peccato non è più forte dell'amore e della verità di Dio, manifestatasi in Gesù, e non esiste nessuna energia negativa che possa separarmi da Lui, solo che lo voglia! Ecco perché la guarigione completa della persona, corporale e spirituale con il perdono dei peccati, viene evidenziata con l'unzione con olio: guarire i malati ungendoli con olio significa applicare ad essi la potenza del Re-Messia, che in Israele era l'Unto per eccellenza (Mascìa - Kristos), Colui che salva quanti credono in Lui.

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