La parola
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31a domenica del Tempo Ordinario - anno C, Luca 19, 1-10

Cristo è venuto a salvare ciò che era perduto

Nella lettura semicontinua del terzo vangelo, siamo giunti nella parte conclusiva del lungo viaggio verso Gerusalemme, viaggio che nel vangelo di Luca occupa una lunga sezione (9,51-19,28) e rappresenta il cammino del discepolo dietro al suo Maestro: Gesù entra nella citta di Gèrico, luogo di passaggio obbligato per chi voleva raggiungere la Città Santa, e qui l'evangelista colloca un incontro significativo tra un capo dei pubblicani, Zacchèo e il Signore.

Cristo è venuto a salvare ciò che era perduto

Nella lettura semicontinua del terzo vangelo, siamo giunti nella parte conclusiva del lungo viaggio verso Gerusalemme, viaggio che nel vangelo di Luca occupa una lunga sezione (9,51-19,28) e rappresenta il cammino del discepolo dietro al suo Maestro: Gesù entra nella citta di Gèrico, luogo di passaggio obbligato per chi voleva raggiungere la Città Santa, e qui l'evangelista colloca un incontro significativo tra un capo dei pubblicani, Zacchèo e il Signore. Dall'inizio Zacchèo ci viene presentato come un uomo ricco, e al termine della narrazione sarà evidente che la fonte di una tale ricchezza è la sua attività d'esattore delle tasse, per conto dei Romani, svolta in modo disonesto; sicuramente è un uomo noto nella città e poco amato, su di lui pesa un giudizio negativo, che d'altra parte ha le sue ragioni. Quest'uomo, tuttavia, è mosso da una viva curiosità nei confronti di Gesù, 'cercava di vedere quale fosse Gesù', e il verbo greco all'imperfetto, utilizzato da Luca, esprime bene il reiterato tentativo, l'insistenza che anima Zacchèo, e che lo porta ad un gesto strano: senza troppo preoccuparsi d'apparire ridicolo o originale, pur di vedere il Signore, sale su sicomoro. Tutto il racconto si dispiega tra questi due movimenti, espressi da due verbi: da una parte c'è il cercare di Zacchèo che cerca di vedere Gesù e che alla fine scopre d'essere in realtà cercato dal Maestro, 'il Figlio dell'uomo che è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto'; dall'altra parte c'è appunto il vedere, quel piccolo uomo di Gèrico vuole vedere Gesù, e inaspettatamente sarà investito dallo sguardo di Cristo che si alza verso di lui, e gente, vedendo ciò che accade, mormora, scandalizzata della scelta del maestro d'andare a casa di un tale pubblicano. Ciò che traspare è proprio il carattere sorprendente e gratuito di un tale incontro, che travolge la vita di Zacchèo; egli non pensava di poter ricevere Gesù nella sua casa, nemmeno d'incrociare lo sguardo unico e singolare di questo strano rabbì della Galilea, e invece, l'iniziativa di Cristo s'impone. È il Signore che si ferma sotto l'albero e alza lo sguardo, è il Signore che invita a scendere dal sicomoro, e vuole fermarsi nella casa di Zacchèo; è il Signore, che senza dire nulla, senza nessuna predica, suscita nel cuore di quell'uomo un movimento di conversione, tanto che Zacchèò decide di dare ai poveri metà dei suoi beni, e di restituire quattro volte tanto ciò che ha frodato. Ecco un uomo ricco, che toccato dall'incontro imprevisto con il Signore, usa rettamente dei suoi beni, senza rinunciarvi completamente (dà metà delle sue ricchezze!), quasi a dire che la sequela del Vangelo può avvenire in differenti forme, c'è chi è chiamato a lasciare tutto, famiglia e beni, per seguire Gesù e per servire il Regno, come i dodici, come i tanti chiamati nella vita consacrata, sacerdotale, missionaria; e c'è chi, restando legato ad attività nel mondo, impara da Cristo ad usare in modo giusto e vero le sue ricchezze, sapendo condividerle con i poveri, vivendo la sua esistenza in funzione del Regno. Alla radice, comunque, di ogni autentica novità di vita, sta l'avvenimento di un incontro, con uno sguardo che commuove il cuore, con una presenza che abbraccia Zacchèò, come ciascuno di noi, con una passione impetuosa per la salvezza; tutto il racconto è attraversato da un'urgenza, che segna l'azione di Gesù: al suo invito, 'Zacchèo scendi subito!', corrisponde il movimento del pubblicano, che in fretta scende e lo accoglie con gioia. Gesù sa che deve fermarsi nella casa di quell'uomo, deve perché appartiene al disegno del Padre, deve, perché è venuto a cercare e a salvare chi è perduto. Questo ritmo incalzante dell'evento, che ritroviamo in altri passi del vangelo di Luca (pensiamo a Maria che in fretta raggiunge la casa d'Elisabetta, o ai pastori che subito si recano alla mangiatoia), esprime l'impazienza di Dio di poter raggiungere ogni uomo, nel desiderio che accada quell'oggi della salvezza, nella vita di Zacchèo, come nella nostra vita: ' Oggi la salvezza è entrata in questa casa perché anch'egli è figlio di Abramo'. Da quando Cristo è venuto, l'oggi di Dio può accadere e trasformare l'esistenza dell'uomo chiamato.

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