La parola
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Domenica delle Palme - anno C, Luca 22,14-23,56

Benedetto colui che viene nel nome del Signore

In ogni vangelo, il racconto della passione e della morte di Gesù si distende con ampiezza e svolge una funzione essenziale: nella rievocazione delle ultime ore della vita terrena del Signore, gli evangelisti mostrano il senso profondo della croce. Luca, nelle scelte che caratterizzano la sua narrazione, da' rilievo a molteplici aspetti che possiamo, solo in parte, richiamare, nello spazio del nostro commento.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore

In ogni vangelo, il racconto della passione e della morte di Gesù si distende con ampiezza e svolge una funzione essenziale: nella rievocazione delle ultime ore della vita terrena del Signore, gli evangelisti mostrano il senso profondo della croce. Luca, nelle scelte che caratterizzano la sua narrazione, da' rilievo a molteplici aspetti che possiamo, solo in parte, richiamare, nello spazio del nostro commento. Innanzitutto, all'inizio dell'ultima cena, le parole di Gesù esprimono il suo intenso desiderio di vivere la Pasqua con i suoi e di manifestare, nei gesti eucaristici, il significato del dramma che si sta aprendo: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi prima della mia passione … Questo è il mio corpo che è dato per voi … Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”. Cristo entra in quest'ora di tenebra mosso dal desiderio di condividere con i suoi, nei segni del banchetto pasquale, la sua vita e la sua morte, come piena e totale donazione di sé, come inizio di una nuova alleanza, stipulata nel suo sangue: lo svolgimento degli eventi, così crudi e drammatici, che Luca dispiega ai nostri occhi, non è una successione cieca e casuale di assurde sofferenze, ma il luogo di questa dedizione, che non indietreggia di fronte alla morte. E la successiva scena del Getsemani ci conduce alla sorgente ultima di questa libera consegna di Gesù: è il suo rapporto di figlio con il Padre, il suo affidamento, che si esprime nella preghiera e che gli permette di attraversare la lotta interiore, l'agonia, senza soccombere; l'invito che apre e che chiude questa scena, “pregate per non entrare in tentazione”, resta un appello sempre valido per gli amici e i discepoli di Cristo, che nella storia conosceranno prove e sofferenze, angosce e persecuzioni. Luca, che ama nel suo vangelo presentare Gesù in preghiera, nei momenti decisivi del suo cammino, insiste nel mostrare questo filo di preghiera, che percorre le ore grevi e oscure della croce: Gesù invoca il perdono per i suoi uccisori, “perché non sanno quello che fanno”, e muore, pronunciando la parola fiduciosa di un salmo (Sal 31,6), “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”, un salmo che ha come protagonista un giusto perseguitato. Infatti, è questo il volto che traspare nel racconto di Luca, Gesù è l'innocente, è colui che non ha fatto nulla di male, come deve riconoscere Pilato, e dopo di lui, esprimeranno lo stesso riconoscimento il ladrone che invoca con amore fiducioso Gesù, il centurione sotto la croce, e le folle stesse, che tornano indietro, battendosi il petto, in segno di penitenza di fronte allo “spettacolo” che hanno visto. Cristo è il giusto innocente, che rinuncia a salvare se stesso, come gli viene richiesto, con crudele ironia, dai capi e dai soldati romani, e si affida al Padre, è il testimone fedele fino alla fine, il Signore che sta in mezzo ai suoi come colui che serve, che si dona, che entra nell'ombra della morte, per far risplendere un amore, capace di portare su di sé i peccati degli uomini, un amore più potente della stessa morte. Un amore forte, proprio nella sua debolezza, proprio nel suo apparente fallimento di fronte a coloro che sembrano tenere in mano i fili della storia. Ascoltare il racconto della passione e della morte di Gesù, percorrere con attenzione i passi di questa lunga narrazione di Luca, è il modo più vero per rivivere l'esperienza delle folle, accorse a vedere, per contemplare questo paradossale spettacolo, del Figlio che si rivela nella sua appartenenza radicale al Padre, sulla croce. Intorno a Gesù, nel racconto di Luca, si dispongono, infine, diversi soggetti e ciascuno si caratterizza per una differente posizione: Giuda che tradisce, Pietro che rinnega, i capi giudei, le guardie e i soldati che scherniscono, Pilato che alla fine abbandona Gesù alla volontà dei sommi sacerdoti, le donne che accompagnano con il pianto Cristo in cammino verso il Calvario, i due ladroni, il centurione, Giuseppe d'Arimatea. Profezia evidente di ciò che continuerà ad accadere fino ad oggi, nell'umanità toccata e percossa dalla testimonianza di Cristo, vivente nei suoi amici e nella sua comunità.

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