Commenti
stampa

Libertà è anche prendersi cura del bene comune

La campagna vaccinale non è la sola condizione essenziale per essere nuovamente "liberi"

Libertà è anche prendersi cura del bene comune

C’è una parola che nelle ultime settimane ha echeggiato parecchio sui mass media, nei mezzi di comunicazione sociale, ma anche nelle strade della città, dalla voce della gente fino ai manifesti. E’ una parola che richiama un diritto fondamentale dell’uomo, un concetto estremamente positivo anche se fragile e indifeso. E’ la parola “libertà”, costitutiva dell’uomo al punto da aver ricevuto nella storia numerose dichiarazioni circa il riconoscimento come diritto inviolabile di ogni persona, affermazioni normative resesi purtroppo necessarie a causa dagli attacchi che si sono perpetrati a suo danno da dittature, guerre, ideologie, rivoluzioni, violenze di vario genere.

La difesa della libertà è compito ordinario dello Stato e anche un dovere di ciascun uomo: per garantirla e mantenerla viva è necessario sempre un grande sforzo. Quello che ha un po’ colpito l’attenzione in queste ultime settimane è stato come di fronte ai progressivi cambiamenti delle norme anti-covid, orientati al ritorno alla normalità, si è posto come argomento il concetto di libertà e, ulteriormente anche per la campagna vaccinale stessa, proposta come la condizione per essere liberi. E’ vero che i fini sono tendenzialmente buoni, tutti desideriamo veder finire la pandemia e gli strascichi che si porta appresso, però quando si parla di libertà bisogna muoversi con delicatezza.

Per oltre un anno si sono dovute accettare norme e decreti che imponevano restrizioni nei movimenti, nelle relazioni, nelle abitudini personali e le istituzioni interessate in queste difficili decisioni hanno messo in gioco il “bene comune” richiedendo a ciascuno qualche sacrificio personale per contribuire al benessere di tutti, in risposta alla critica di “violazione della libertà” che veniva spesso portata dagli oppositori. Se ora, però, si associa il ritorno alla normalità come la riaffermazione della libertà, allora purtroppo bisogna constatare che sia stata in qualche modo colpita, violata dalle norme stesse.

Sulle vaccinazioni il problema è ancora più profondo: c’è uno scontro acceso tra chi vede i vaccini come la strada per risolvere la pandemia e chi invece vede gli stessi come inefficaci o addirittura pericolosi e le teorie che circolano su complotti, interessi economici, politici appesantiscono enormemente il clima.

La vaccinazione di massa potrà permettere all’umanità di liberarsi dal giogo della pandemia, ma non può essere strumentalizzata la libertà personale per conseguire questo scopo. Si sentono molte affermazioni che travisando il concetto di libertà pensano di difenderla, e invece impongono una dittatura di pensiero, peggiore ancora del virus stesso: stiamo lottando tutti per vedere l’alba di un nuovo giorno e queste divisioni non favoriscono l’impegno.

Occorre forse meditare un po’ sul valore della libertà, quella vera, quella che i nostri padri e i nostri nonni si sono visti privare e che hanno lottato duramente per riottenere: la libertà che è il dono più prezioso che il Signore stesso ci ha donato e per cui ci propone sempre una Via di recupero quando ce ne priviamo da soli. Bisogna che riflettiamo soprattutto quando pensiamo che è espressione di libertà il poter tornare a bere un aperitivo in compagnia o fare chiasso fino alle 4:00 del mattino, violando peraltro il diritto al riposo di chi dorme, dimenticandoci che ci sono persone che non hanno nulla da festeggiare avendo perso parenti, amici o la casa e il lavoro sempre a causa della pandemia.

Forse, non riuscendo ad essere uniti nel credere nelle scoperte scientifiche come strumento per uscire da questo guaio, non riuscendo a fidarci delle istituzioni e delle amministrazioni che consideriamo approfittatrici e opportuniste, diffidando di molte cose e mettendo in dubbio anche la buona fede di chi lotta per migliorare le cose, disinteressato per se stesso, forse abbiamo bisogno di un profeta, di artista, di un poeta che guardando la situazione sappia darci, con poche parole, una ragione per rientrare in noi stessi e andare a cercare il bene comune.

In mezzo ai molti che si occupano costantemente di richiamare il mondo alla cooperazione, ritroviamo anche un datato ma sempre valido brano di Giorgio Gaber, “La libertà”, che sottolinea come pur essendo un diritto personale, non sia un vantaggio individuale, espressa con le singole possibilità di muoversi a proprio piacere: è bellissima la sua affermazione come l’impegno, mai abbastanza preso sul serio, alla “partecipazione” al “prendersi cura di” che, cristianamente parlando ci porta alla comunione, alla condivisione, al bene comune.

Se il covid, che ci ha costretti a stare distanziati fisicamente, ci portasse anche ad un distanziamento interiore, purtroppo dovremmo ammettere che ci ha privati della più grande libertà che abbiamo, quella di amarci realmente, ma per questo abbiamo ancora modo di “prevenire” la pandemia spirituale di egoismo, se apriamo il cuore, oltre che gli occhi.

Fonte: Il Cittadino
Libertà è anche prendersi cura del bene comune
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento