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Carta stampata, garanzia di informazione trasparente

Una riflessione nella Giornata mondiale per la libertà di stampa

Martedì 3 maggio - Giornata mondiale per la libertà di stampa: sono molte le iniziative, locali e nazionali, per ribadire l’importanza di una informazione corretta e costruttiva, di servizio, che sappia mettere al bando sensazionalismi, polemiche e fake news.
Di seguito una riflessione sul valore, oggi più che mai, dell’informazione resa dalla carta stampata e sul valore della lettura.

Oggi il giornalismo della carta stampata subisce certamente l’assalto della rete, è marginalizzato dalla rapidità di accesso all’informazione da parte dell’utenza, dalla simultaneità tra eventi e notizie, dalla diffusione planetaria dei nuovi media.
Non credo però che si tratti di una sfida persa in partenza, non è ancora venuto il momento di gettare la spugna. La lettura – sia essa di un autorevole rivista o semplicemente di un buon libro – conserva una sua specifica originalità, assolutamente ineguagliabile anche sotto il profilo della piacevole fruizione che origina da una misurata metabolizzazione dei suoi contenuti.

Leggere è una delle ultime frontiere della libertà individuale.
Ma viviamo davvero la stagione della democrazia della parola? Oppure esistono regie occulte che sapientemente tessono ordito e trama di un gigantesco e incontrollato network dell’informazione?
Non esiste solo un problema di qualità dell’informazione ma anche una enorme questione ad esso correlata, che è in primis etica, deontologica ed educativa, e che si esplicita nel concetto di ‘controllo’ di questa qualità.
Come possono competere sul piano formativo famiglia e scuola, ad esempio, rispetto all’assalto della TV generalista, della pay-TV e dell’accesso indiscriminato ad internet?
Negli anni ’60 M. Mc Luhan teorizzava sul villaggio globale e sui media ‘caldi’ e ‘freddi’ ed è stato proprio Z. Bauman a dimostrare che il melting-pot culturale della ‘società liquida’ deriva dalla fine della differenza tra culture alte e culture basse: una sorta di miscellanea informativo-formativa non sorretta da alcuna gerarchia valoriale.

Ma quando il negazionismo attacca i giornalisti per screditarli non rende un buon servigio alla democrazia, le liste di proscrizione redatte dalla politica puzzano di olio di ricino e di censura.

Ecco che allora torna a riemergere la potenzialità straordinaria dell’informazione a mezzo stampa attraverso la quale un professionista esercita e garantisce il diritto-dovere della trasparenza sui fatti avendo la possibilità di valutarne gli esiti e l’impatto presso il grande pubblico.

Pensiamo a questa evidente contraddizione in termini: più si ramifica e si diffonde la maxi-rete di internet e della libera circolazione delle notizie e più si crea una sorta di mercato globalizzato dove la fruizione della notizia assume una forte connotazione individuale, carica di imprevedibili suggestioni.
Altrimenti non si spiegherebbe il paradosso per cui la rete viene utilizzata come strumento di catalizzazione del consenso o come camera di compensazione delle solitudini e dell’incomunicabilità tra le persone.
Viceversa un buon giornale può anche svolgere un’importante funzione di socializzazione e aggregazione per favorire lo scambio delle idee e l’incontro, le relazioni umane.
Ricordo gli insegnamenti del filosofo Pietro Prini: non rifiutare la modernità ma utilizzarla a piene mani per realizzare il bene. Credo che la carta stampata, il buon giornale, siano ancora in grado di svolgere il loro ruolo informativo e formativo e di stimolare una lettura aperta a tutti gli apprendimenti della vita.

Fonte: Il Cittadino
Carta stampata, garanzia di informazione trasparente
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