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Lo and Behold

Regia di Werner Herzog. Documentario, durata 108 minuti
Un uomo, Leonard Kleinrock, professore di informatica alla Ucla, guida il cameraman nella stanza n° 3420: è qui che ha avuto inizio il mondo di internet.
E' il primo di dieci capitoli in cui si suddivide il film di Werner Herzog “Lo and behold Internet” una frase che si potrebbe tradurre con “Ammira Internet” e che ha come sottotitolo in italiano “Internet: il futuro è oggi”.

Lo and Behold

Regia di Werner Herzog. Documentario, durata 108 minuti
Un uomo, Leonard Kleinrock, professore di informatica alla Ucla, guida il cameraman nella stanza n° 3420: è qui che ha avuto inizio il mondo di internet.
E' il primo di dieci capitoli in cui si suddivide il film di Werner Herzog “Lo and behold Internet” una frase che si potrebbe tradurre con “Ammira Internet” e che ha come sottotitolo in italiano “Internet: il futuro è oggi”.
Werner Herzog, nato a Monaco di Baviera nel '42, grande cineasta tra quelli che hanno contribuito alla nascita del Nuovo Cinema Tedesco, non è nuovo a documentari interessanti e capaci di far riflettere su alcuni grandi temi, a partire dal 1971 quando, con il “Paese del silenzio e dell'oscurità” si era occupato del mondo dei sordo-ciechi, o “Echi da un regno oscuro” sul dittatore della repubblica del Centro africana Jean Bedel Bokassa, tanto per citarne alcuni. Oggi è sul grande schermo con questo documentario che pone interrogativi sull'umanità ai tempi di internet: tra immagini che vanno da una specie di scatolone da dove è partita la prima connessione e quella dei monaci buddisti intenti ad usare lo smartphone. Herzog interroga vari personaggi esperti della rete e non solo: infatti, accanto al matematico Kleinrock, troviamo uno dei più abili hacker al mondo, un amministratore delegato di una compagnia che si occupa di viaggi spaziali, ma anche persone che per sfuggire all'inquinamento elettromagnetico si sono isolate dal mondo. Il regista si occupa anche del modo in cui la rete è diventata un luogo insidioso per il fenomeno del bullismo, della violenza che in questo mezzo trova una cassa di risonanza. Insomma, tra luci ed ombre, tra senso di libertà e accessibilità ad una serie di notizie, si nascondono anche mondi ben poco puliti. Ancora una volta l'intento del regista è quello di far riflettere sulla fragilità umana, sulla capacità dell'uomo di comunicare con gli altri senza sentirsi contemporaneamente, paradossalmente, isolati.
Il film di Herzog è attualmente all'interno del Missing Film festival tra Club Amici del Cinema e Cinema dei Cappuccini.

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