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Ida

Regia di Pawel Pawlikowski. Interpreti principali: Agata Trzebuchowska (Anna), Agata Kulesza (Wanda).

Ida

Regia di Pawel Pawlikowski. Interpreti principali: Agata Trzebuchowska (Anna), Agata Kulesza (Wanda).

Siamo in Polonia nel 1962: Anna è una giovane cresciuta in un convento e sta per diventare suora, quando la Madre superiora la informa di aver finalmente rintracciato una parente a Varsavia e la consiglia di conoscerla prima di prendere una decisione tanto importante. Attraverso la zia, Anna scopre di essere di origine ebraica e che il suo vero nome è Ida. Nei giorni che trascorre insieme alla zia, che fa il giudice ed è funzionario del Partito, Anna/Ida avrà modo di scoprire le proprie radici, di affrontare emozioni mai provate, fino a giungere ad una vera e matura coscienza della propria vocazione.
Merita di raggiungere il grande pubblico questo film di Pawel Pawlikowski, regista di origini polacche, vissuto principalmente in Germania, in Italia e in Inghilterra. "Ida" è il suo primo film girato nella sua terra d'origine e con grandissimo talento riesce a coniugare le due grandi tragedie della Polonia: il nazismo prima e la dittatura comunista poi.
In mezzo agli avvenimenti della grande Storia, si inserisce la vicenda umana quotidiana di due donne, ambedue segnate dagli eventi: da una parte Anna, la quale dovrà affrontare la verità sulla propria famiglia e il modo in cui è stata salvata; dall'altra Wanda, profondamente segnata dalla sofferenza di ciò che ha perso durante la sua attività di combattente nella Resistenza antinazista e dalla disillusione verso gli ideali del Partito, nel quale, peraltro, occupa un posto di rilievo. Su tutto domina lo sguardo di Anna a contatto per la prima volta con la vita quotidiana, i suoi piaceri e le sue miserie. Pawlikowski offre dunque sia un interessante ritratto della Polonia appena uscita dalla guerra, povera e soffocata dal Partito comunista, ma con la voglia di libertà (espressa dalla musica suonata dalle nuove generazioni), sia dell'animo di due donne che, segnate dallo stesso dramma, offrono però due diverse visioni del mondo, della vita, del senso ultimo dell'esistenza. Un'opera interpretata con grande talento e misura, con un uso "coraggioso" del bianco e nero che rimanda ai film di Bresson e perfettamente in sintonia con l'epoca in cui è inserita la storia.
 

Allegato: 2014_adesivi_manifesto_Veglia.JPG (124,23 kB)
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