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Al cinema - La stranezza

Regia di Roberto Andò

Al cinema - La stranezza

Siamo nel 1920: Luigi Pirandello (Toni Servillo) torna in Sicilia per il genetliaco dell'amico scrittore Giovanni Verga. Nell'occasione si reca a Girgenti dove è appena deceduta la sua balia Maria Stella. Per onorarne la sepoltura, lo scrittore prolunga la sua permanenza e fa la conoscenza di due impresari di pompe funebri, Nofrio Principato (Salvo Ficarra) e Bastiano Vella (Valentino Picone), che dirigono il teatro del paese. Un disguido che ritarda il funerale, permetterà a Pirandello di assistere alla tragicommedia inscenata dal gruppo di dilettanti.

Quando lo scrittore nel 1921 porterà in scena a Roma "Sei personaggi in cerca d'autore" assisteranno alla prima anche Nofrio e Bastiano.

Ancora una volta Pirandello sul grande schermo e ad oggi sono quasi una quarantina i film tratti dalle sue opere: già dal 1920 col cinema muto, quando Mario Gargiulo porta sullo schermo "Il crollo" tratto da Lumie di Sicilia; nel 1921 Augusto Camerini gira "Ma non è una cosa seria". Quindi, da Blasetti a Mario Camerini, ai fratelli Taviani, fino a questo stesso anno con "Leonora addio" di Paolo Taviani.
Roberto Andò, palermitano classe 1959, ammette di aver pensato ad un film su Pirandello mentre si trovava anni fa con l'amico Leonardo Sciascia. Il risultato è felice. Tra immagini oniriche (in sogno la balia lo consola come quando era bambino), ricordi, fatti reali, Andò fa un 'operazione interessante: il regista disegna il ritratto del Premio Nobel (lo otterrà nel 1934) in un momento di crisi, di incertezza, mentre ha un'idea per la mente, ma non riesce ad afferrarla; così tra la stanchezza, la preoccupazione per la moglie (all'epoca già internata in ospedale psichiatrico), il non sapere cos'è quella "stranezza" che prova, trae divertimento e riflessione proprio da uno spettacolo di paese, fatto da dilettanti.

Roberto Andò immagina così che proprio da questa esperienza, Pirandello possa essere giunto a concepire la famosa opera dei Sei personaggi in cerca d'autore. Tra senso di malinconia e fantasia divertita, il film è giocato molto bene su più registri, la scenografia barocca della Sicilia, spesso notturna, con qualche lampo, tra le scene del teatro e uffici fatiscenti, contribuisce a creare un'ambientazione suggestiva e onirica. Un film sul teatro e sulla letteratura con Toni Servillo pienamente calato nella parte, ed anche i due attori comici Ficarra e Picone, riescono ad essere due perfetti comprimari senza stonare.

Fonte: Il Cittadino
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