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Al cinema - La signora delle rose

Regia di Pierre Pinaud.

Interpreti: Catherine Frot, Melan Omerta, Fatsah Bouyahmed, Olivia Côte, Marie Petiot.

Eve Vernet ha ereditato dal padre un'azienda che produce rose da competizione, ma la grande produzione e distribuzione di rose l'hanno spinta sempre più ai margini. Sull'orlo della bancarotta e col fiato sul collo da parte di un floricultore che vince ogni gara, Eve cerca però di resistere.
Avrebbe bisogno di aiuto ma non può permetterselo, finché un giorno Vera, la sua aiutante da sempre, le propone tre persone, del tutto improbabili, che sono inseriti in un programma di inserimento sociale: non sanno nulla di floricoltura, ma proprio con loro Eve metterà in atto un folle piano.
Presentato all'ultimo "Taormina Film Festival", "La signora delle rose" è la seconda opera di Pierre Pinaud, che racconta in un’intervista che quando era bambino aveva ricevuto dal nonno un pezzettino di terra da coltivare qualunque cosa volesse. E in effetti l'amore per la terra, la coltivazione e i profumi dei fiori traspare in tutto il film. 
Interpretato da una bravissima Catherine Frot (vista in "La cuoca del presidente") amatissima in Francia. Il film parla di resistenza: quella che mettono in pratica i piccoli coltivatori (che siano di fiori o altro) in un settore sempre più dominato dalle grandi industrializzazioni. Pinaud si è molto documentato su tutto ciò che concerne la coltivazione, dall''ibridazione alla fioritura delle rose. E ne è nata una metafora, poiché i fiori nascono dai migliori padri e dalle migliori madri. Ed è così che il film, senza alcuna grande pretesa riesce a parlare di cura e di genitorialità.
In "La signora delle rose" tutti imparano qualcosa, da Eve che ha un carattere molto spigoloso, ai tre aiutanti che sono alla ricerca di loro stessi, di un proprio posto nel mondo. Insomma un film un po’ retrò, pulito, sicuramente una commedia piacevole che senza grandi discorsi sa incantare.
Il film presenta un cast ristretto, ma ogni personaggio è ben tratteggiato, anche Olivia Côte è ben calata nella parte della fedelissima e onestissima Vera, mentre Vincent Didienne impersona l'archetipo dell'uomo subdolo e cattivo.

Fonte: Il Cittadino

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