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A royal week-end

Regia di Roger Michell. Interpreti principali. Bill Murray, Laura Linney, Samuel West, Olivia Williams.. Durata: 94 minuti.

A royal week-end

Regia di Roger Michell. Interpreti principali. Bill Murray, Laura Linney, Samuel West, Olivia Williams.. Durata: 94 minuti.

1939: mentre l'Europa è sull'orlo della Seconda Guerra Mondiale, in America abbiamo il presidente Franklin Delano Roosevelt. Un giorno, Daisy, la cugina di quinto o sesto grado del presidente degli Stati Uniti riceve l'invito a presentarsi nella sua residenza, ad Hyde Park on Hudson, per tenergli compagnia. E' così che la ragazza entra a far parte dell'entourage di Roosevelt, il quale si sta preparando a ricevere il Re d'Inghilterra Giorgio VI e la Regina Elizabeth Bowes Lyon in visita per convincere l'America a schierarsi con gli inglesi quando scoppierà la Seconda guerra mondiale.
Ogni tanto capita che il cinema si dedichi ad un personaggio storico visto però in maniera più intimista, è accaduto con il bel film su Giorgio VI, padre dell'attuale regina Elisabetta II, in "Il discorso del re". Roger Mitchell tenta l'operazione con uno dei più grandi presidenti degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt, attraverso l'ennesimo diario scritto da chi il presidente l'aveva conosciuto da vicino: la cugina Daisy Suckley. Ma chi si aspetta un bel film sulla personalità del presidente non potrà che rimanere deluso; infatti Roosevelt appare veramente un uomo molto gretto in fatto di relazioni con le donne, e il matrimonio tra lui ed Eleanor nel film assomiglia più che altro alla caricatura di Bill ed Hillary Clinton ai tempi dello scandalo Lewinski. Se l'intento del regista era quello di far capire che i grandi della storia, hanno i loro lati deboli, allora Roger Mitchell c'è riuscito benissimo, ma sembra perfino eccessivo nel risultato, perché si fa fatica a credere che l'accordo tra Inghilterra e Stati Uniti, al tempo del nazismo, sia avvenuto in una notte di luna piena, in cui nessuno nella tenuta di Roosevelt dormiva, sull'onda di una bevuta e un pettegolezzo sulle mogli. Eppure gli spunti erano veramente molti per farne un bel film: le differenze culturali tra una delle più antiche monarchie europee e gli Stati Uniti, le diverse democrazie, e se in qualche misura risultano più interessanti i personaggi di Giorgio VI e la regina consorte, lo stesso personaggio di Daisy appare a dir poco incredibilmente scialbo. Insomma, un'occasione mancata su tutti i fronti.
 

Allegato: papa_migranti.pdf (108,28 kB)
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