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127 ore

Regia di Danny Boyle. Sceneggiatura di Danny Boyle e Simon Beaufoy, dal libro "Between a Rock and a Hard Place" di Aron Ralston.
Durata: 1 ora e30 minuti.
 

127 ore

Regia di Danny Boyle. Sceneggiatura di Danny Boyle e Simon Beaufoy, dal libro "Between a Rock and a Hard Place" di Aron Ralston.
Durata: 1 ora e30 minuti.
 

Aron Ralston è un giovane abituato ad affrontare delle sfide con la natura e così, un giorno, decide di affrontare da solo le bellezze del Canyon che si trova nel Parco Nazionale dell'Utah. L'unico contatto con il mondo è una piccola telecamera a cui affidare le proprie sensazioni. Ma quando Aron si infila in uno stretto crepaccio, rimane intrappolato da un masso. Passano le ore e il ragazzo, che all'inizio trova conforto nelle immagini delle persone care riprese con la sua telecamera, dovrà trovare una soluzione estrema per salvarsi.
Dopo il premiatissimo "The millionaire", il regista irlandese e cattolico Danny Boyle riesce nell'intento di rendere un film che vedrebbe il protagonista immobile per più di un'ora, un'avventura mozzafiato. Tratto da una storia vera, il racconto si snoda su più di un filone narrativo: da una parte c'è l'ammirazione della natura meravigliosa e selvaggia, verso la quale molti oggi si cimentano in prove di sfida sempre più estreme. Ma "127 ore" diventa, da un certo momento, una presa di posizione sul valore della vita. Infatti, attraverso le immagini delle persone della sua vita (genitori, amici) con le quali parla per confortarsi, Aron riesce a dare un preciso valore alla vita stessa e a fare una scelta, per quanto estrema e scioccante. Insomma, Danny Boyle insegna che c'è un prezzo da pagare per le proprie scelte e che forse le vere prove sono quelle che affrontiamo verso noi stessi e con gli altri. Il film riesce ad essere decisamente coinvolgente e se verso il finale molti dovranno chiudere gli occhi, sicuramente Boyle riesce nell'intento nel mettere al posto giusto anche una serie di valori: Aron si salva pensando al bambino della telecamera (forse il suo figlio futuro e per il quale decide di vivere) e, così facendo, con una grandissima lezione di umiltà, si rende conto che non ci si può sentire sempre invincibili verso la "Natura" e, alla fine, Aron si salva proprio per quella piccola telecamerina che ha portato con sé.
Naturalmente, "127 ore", per la tensione che lo pervade e soprattutto per la sua parte finale, è un film fatto per un pubblico preparato, certo non per i più piccoli.
 

Allegato: ViaCrucis2011.pdf (116,90 kB)

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127 ore
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