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Nuovo Governo: quali sfide dovrà affrontare?

Inflazione lontana dagli obiettivi UE e mancata evoluzione dei salari sono le fonti di maggiore preoccupazione

Nuovo Governo: quali sfide dovrà affrontare?

Il governo che uscirà dalla tornata elettorale di domenica scorsa dovrà affrontare rapidamente tre grandi problematiche che incideranno in modo determinante sulla vita dei cittadini nei prossimi anni e su quella delle generazioni future sia sotto il profilo sociale e della sicurezza che sotto quello economico. Si tratti di temi di importanza fondamentale che negli ultimi anni non sono stati affrontati con la dovuta attenzione e determinazione e senza quei compromessi di opportunità politica che, quando vengono trattate materie così importanti per la vita dei cittadini, non dovrebbero neppure essere presi in considerazione.

In un assordante silenzio politico negli ultimi giorni si sono registrati grandi passi avanti verso quello che potrebbe rivelarsi un disastro nucleare annunciato. Vladimir Putin, in attesa delle prossime elezioni presidenziali che si terranno tra tre settimane e che quasi certamente lo confermeranno alla guida della Russia per un nuovo ciclo di sei anni, in occasione del discorso annuale alle camere riunite ha annunciato trionfalmente di avere nuove temibili armi nucleari a sua disposizione, dal "super-missile inattaccabile" al nuovo razzo balistico intercontinentale "Sarmat"  che sostituirà l'ormai obsoleto missile "Voevoda", che "non hanno praticamente limiti di gittata, capaci di attaccare sia attraverso il Polo Nord che il Polo Sud e che con il loro rivoluzionario propulsore atomico potranno raggiungere senza problemi qualsiasi punto del mondo".

Contemporaneamente negli Stati Uniti la Nuclear Posture Review , soggetto con cui l'Amministrazione Trump ha definito la sua politica e strategia in materia di armi nucleari, ha confermato che l'Italia è il paese europeo che ospita il maggiore numero di testate nucleari americane stimando che 20 siano dislocate a Ghedi e 25/30 nella base di Aviano e che sia in fase di studio e sviluppo  "un piano per  incrementare la loro prontezza, efficacia e capacità di resistere sul campo" e tradotto dal linguaggio militare burocratico significa che, in caso di necessità, sarà possibile lanciare testate atomiche in modo più rapido e massiccio. Si tratta anche di bombe atomiche "piccole", le ormai tristemente famose bombe "low-yield" ovvero a bassa potenza, che dovrebbero essere nella strategia dell'Amministrazione Trump la soluzione per poter sdoganare l'utilizzo di ordigni atomici dal momento che avendo una capacità distruttiva più "limitata" potrebbero essere più facilmente impiegate in combattimento abbattendo il limite all'utilizzo di testate nucleare che di fatto l'umanità si è dato dopo le tragedie di Hiroshima e Nagasaki limitandosi a considerarle solo come un fattore deterrente. Le previsioni del Pentagono sono che già dal 2024 le nuove bombe in versione "piccola" B61-12 saranno stoccate nelle basi europee, incluse quelle italiane,  ed è doveroso ricordare che l'Italia con l'acquisto dei nuovi caccia F35  che sostituiranno i vecchi Tornado, si è dotata di velivoli in grado di lanciare ordigni atomici, partecipando di fatto a questa folle corsa verso l'olocausto nucleare, ma anche questo aspetto non è mai stato comunicato ed evidenziato dalle nostre Autorità quanto avrebbe dovuto per permettere a tutti cittadini di poter esprimere la loro opinione su un argomento che potrebbe essere determinante per le nuove generazioni.

 In campo economico le due priorità che richiedono da parte del nuovo governo un'analoga attività di analisi e intervento per impostare le basi su cui costruire un futuro che possa garantire un livello economico e sociale adeguato ai cittadini ed alle famiglie sono quella della gestione della nuova fase di passaggio da lavorazioni industriali ancora parzialmente manuali a cicli completamente automatizzati anche grazie alle nuove evoluzioni dei sistemi laser e della robotizzazione e quella della necessità di trovare ulteriori strumenti per scaldare i prezzi ed i salari.

La Levi's, suscitando grande preoccupazione nei quasi 40 milioni di occupati nel mondo della moda, ha annunciato che si affiderà a robot per tagliare e rifinire i pantaloni più famosi in tutto il mondo utilizzando nuovi impianti laser ma garantendo nello stesso momento che non ci saranno licenziamenti e che i lavoratori saranno "indirizzati su altri processi" e che in questo modo saranno dimezzati i cicli di produzione e distribuzione. In questo come in tutti gli altri casi analoghi le autorità di governo dovrebbero pretendere che in questa fase venisse chiarito in modo certo e dettagliato quale è il piano industriale aziendale ed in che modo è possibile raggiungere uno scenario come quello ipotizzato. Nell'attuale assordante silenzio è ragionevole pensare che nell'arco dei prossimi anni il processo produttivo sarà completamente automatizzato ed una percentuale altissima degli attuali occupati si trasformerà in nuovi disoccupati e inoccupati aggravando ulteriormente la situazione sociale ed economica. Non affrontare i problemi e cercare di tirare avanti senza individuare con certezza la strada futura da seguire per trovare solide basi su cui costruire serve solo ad aggravare problemi già gravi ma che oggi potrebbero essere risolti, anche se faticosamente, e mettere le basi per crisi economiche strutturali future.

 L'evoluzione dei prezzi e dei salari, che nonostante gli importanti interventi della BCE e l'attenzione del presidente Mario Draghi, non riesce a decollare ed in particolare l'inflazione che resta lontanissima dall'obbiettivo per l'area UE che era stato fissato in almeno un 2 % annuo sono temi che andranno anch'essi affrontati con grande impegno e determinazione per fronteggiare gli esponenti europei più aggressivi che continuano a premere affinché la BCE interrompa gli acquisti di titoli sovrani e conseguentemente fare risollevare i tassi di interesse. In questo modo l'effetto sull'economia dei paesi più deboli, a partire dall'Italia, sarebbe disastroso con un amento del costo degli interessi al servizio del debito pubblico e conseguentemente con un inevitabile ulteriore inasprimento della politica fiscale che la gran parte dei cittadini e delle famiglie del nostro Paese non sarebbero in nessun caso in grado di sopportare se non riducendo, ove possibile, ancora di più i già modesti consumi e scivolando in molti casi nella fascia della povertà che già oggi si allarga di giorno in giorno. Queste sfide dovranno essere gestite subito ed efficacemente dal nuovo esecutivo con una grande attività ed impegno ed i cittadini dovranno essere puntualmente e costantemente aggiornati sull'evoluzione del quadro di riferimento in modo da poter partecipare in modo attivo alla vita economica e sociale del paese.

Fonte: Il Cittadino
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