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Manovra aggiuntiva: ci sara?

Bruxelles certifica nuovamente che quella italiana è la crescita più bassa dell'Eurozona

Manovra aggiuntiva: ci sara?

L’allarme è suonato nei giorni scorsi quando le puntate al ribasso contro l'Italia dei grandi fondi speculativi, che con diverse strategie e operatività investono sull'ipotesi che nei prossimi mesi si verificheranno eventi straordinari che creeranno instabilità politica e finanziaria con una discesa dei prezzi, hanno raggiunto la cifra record di 10 miliardi di euro.

Tecnicamente si tratta di "posizioni corte" fissate da una decina dei principali fondi attivi nel settore che vedono, nella fine dell'acquisto di titoli sovrani da parte della BCE e in una forte turbolenza conseguente alle imminenti elezioni politiche italiane, lo stimolo a procedere con vendite allo scoperto prendendo a prestito azioni da restituire entro un tempo prestabilito guadagnando sul calo dei prezzi. Oggi il volume di queste operazioni, come elaborato dal Sole 24 Ore, è raddoppiato rispetto ad un anno fa ed è aumentato del 39 % rispetto al mese di Settembre in soli quattro mesi.

In questa situazione di forte stress economico e finanziario verso il nostro Paese assume grande importanza anche il timore che le prospettive reali di crescita del PIL non saranno in grado di generare quanto necessario per pagare gli oneri sul debito pubblico destinati ad aumentare alla minima variazione positiva del costo del denaro che sarà decisa dalla BCE.

Il debito pubblico italiano infatti ha ormai raggiunto la cifra record di 2.250 miliardi di euro e, nonostante Bruxelles nel nuovo documento sulle previsioni economiche d'inverno elaborato dal titolare degli Affari economici Pierre Moscovici si sia allineata con i dati ufficializzati dal governo italiano nel passato mese di Ottobre indicando anche per il 2018 una crescita del PIL dell'1,5%, la certezza basata su quanto più volte dichiarato dalla FED e dalla BCE che i tassi sono troppo bassi e destinati a salire con il conseguente aumento del costo del denaro e del debito pubblico ha ormai messo in allarme tutti i grandi operatori che stanno tentando di "coprirsi" dai rischi legati all'aumento dei costi al servizio del debito anche per le aziende del settore privato che stanno mettendo sul mercato titoli per un ammontare che dovrebbe essere uguale o superiore a quello del 2017 arrivato a toccare i 65 miliardi di euro.

Negli Stati Uniti si sta verificando una situazione paradossale con un grave rischio di uno schock economico perchè l'economia reale galoppa, ed è al suo ottavo anno di crescita, ed è stata quasi raggiunta la piena occupazione con i salari che finalmente incominciano a salire anche per le retribuzioni più basse in un quadro macro-economico globale di crescita per tutte le economie dalla Cina all'Europa. Si tratta di una serie di fattori positivi che dipingono un quadro economico finanziario in netto miglioramento ma che nascondono il rischio legato alla crescita dell'inflazione ed all'aumento del deficit pubblico, conseguenza anche delle decisioni prese dal Presidente Trump che ha imposto una forte riduzione delle tasse sui profitti delle aziende ed un aumento di spesa ed in particolare di quella in armamenti destinando 80 miliardi di dollari in più al Pentagono, che inevitabilmente creerà un enorme disavanzo nel bilancio federale e che costringerà la FED ad alzare i tassi per raffreddare l'economia e tenere sotto controllo il debito.

Per il nostro Paese quanto sta accadendo riveste un'importanza particolare perchè comunque Bruxelles certifica ancora una volta che la nostra è la crescita più bassa dell'eurozona e non fornisce indicazioni su un'eventuale manovra "bis" che si renderà necessaria nei prossimi mesi evitando così di esporsi prima delle prossime elezioni che si terranno in Italia e per farlo, per la prima volta, non indica nel documento sulle previsioni d'inverno i dati sul deficit e sul debito ma solo quelli sulla crescita e sull'inflazione.

A prescindere dalle motivazioni ufficiali che tentano invano di giustificare in qualche modo la scelta di divulgare solo questi dati è evidente che si tratta dell'ennesimo artificio per guadagnare tempo in attesa di conoscere l'esito delle elezioni nel nostro Paese e non intervenire durante la campagna elettorale.

Già oggi è noto, anche se informalmente, che Bruxelles chiederà all'Italia una correzione con una manovra bis per coprire un buco di oltre 5 miliardi di euro di cui 1,5 imputabili ad un ammanco nei conti del 2017 e 3,5 allo sbilanciamento di quelli del 2018 e sembra che la lettera per richiamare il nostro Paese sui conti sià già pronta ma che il suo invio sia stato rinviato ad una data da decidersi dopo le elezioni.

 Questo atteggiamento che potrebbe apparire prudenziale nasconde invece un modo di procedere delle Autorità europee, che già in passato ha causato gravi problematiche che sono oggi spesso alla base di tante tensioni che si stanno verificando tra i paesi membri della comunità e che ha già portato ad una grandissima disaffezione dei cittadini verso l'Istituzione stessa, e che consiste nel creare un clima di pressione sul nuovo governo che fin dal suo insediamento si troverebbe a dover affrontare una procedura di infrazione su un tema così importante e delicato come quello economico e finanziario e subire il ricatto legato al rischio di un eventuale commissariamento sui conti.

La democrazia deve poter essere esercitata in modo libero da pressioni e vincoli ed ogni cittadino deve poter scegliere chi eleggere sulla base delle sua convinzioni morali e politiche e non con il timore che se venisse eletto un governo a maggioranza euroscettica ci sarebbero maggiori rischi di una commissariamento da parte delle Autorità europee mentre invece se si trattasse di un esecutivo più europeista l'ammontare ed i termini della "manovra bis" potrebbero avere un minore impatto ed essere più negoziabili. Bruxelles dovrebbe chiarire oggi se è necessaria una manovra finanziaria aggiuntiva ed eventualmente quantificarne subito l'importo permettendo a tutti noi di conoscere la verità ed i rischi a cui potremmo andare incontro mettendo fine ad un modo di agir che fino ad oggi ha portato solo disastri ma che ancora una volta si sta riproponendo in tutta la sua assurdità e immoralità piegando fattori e dati che dovrebbero essere oggettivi rispetto alla strategia politica dei partiti nazionali ed europei.

Fonte: Il Cittadino
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