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Libertà di Stampa: un fondamento di democrazia

Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, interviene sul tema della XI Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo 

Libertà di Stampa: un fondamento di democrazia

Nella XI Giornata della memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo organizzata dall’Unione nazionale cronisti italiani, in data odierna, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al presidente dell’Unci, Alessandro Galimberti, il Capo dello Stato nell’esprimere “vicinanza” e “solidarietà” a chi ha “visto spezzare l’esistenza di un loro caro”, ricordando che “la ricerca della verità, con tenacia, coraggio, intuizione, intelligenza, rigore, ha accompagnato l’impegno di persone consapevoli, che hanno messo la loro professionalità al servizio della crescita della società”. “E’ proprio grazie a questi uomini e a queste donne – ha commentato il Presidente - al loro lavoro, che, dove prima vi era diffusa omertà, ora spesso sono presenti simboli delle associazioni impegnate contro la mafia.

Dove vi era silenzio dettato dal timore, o dalla connivenza, ora vi sono le parole, forti e coraggiose, dei nostri ragazzi. Dove c’era indifferenza o rassegnazione, ora si insegna la legalità”. “Una nuova stagione di violenze contro la stampa, in Italia, in Europa, nel mondo, sembra riaffacciarsi”, sottolinea il presidente della Repubblica, per il quale “ancora oggi aggressioni e intimidazioni minacciano il lavoro di quei cronisti che non si piegano alla logica di interessi e poteri illegali e della criminalità, recando così un contributo rilevante alla causa della democrazia”. “Occorre sostenere il loro lavoro – conclude – perché difendono dall’aggressione la nostra vita sociale e la nostra libertà personale e familiare, attraverso l’informazione libera e corretta. Occorre proteggere le loro voci che rifiutano ogni sopraffazione”.

Anche Vania De Luca, presidente dell'Unione cattolica stampa italiana (Ucsi), ha sottolineato il valore della giornate “non solo e non tanto per i giornalisti quanto piuttosto per ogni uomo e per ogni donna, per tutti i cittadini”. “Nei giorni scorsi – prosegue – siamo stati tutti colpiti dalla strage avvenuta in Afghanistan, con 10 operatori dell’informazione caduti sul campo. A loro dedicheremo l’apertura del consiglio nazionale Ucsi che abbiamo in programma sabato 5 maggio a Roma. Perché quando muore un giornalista, un telecineoperatore, un fotografo, non è solo una vita che si spegne, ma è anche un bene pubblico a venire meno, e se si limita la libertà di informazione si limita il diritto del pubblico a essere informato”.

Le armi di un giornalista – ha commentato De Luca – sono la voce e la penna. Primi strumenti di lavoro i piedi e gli occhi, quelli che spingono a vedere le cose di persona, autonomi, indipendenti, in ricerca della verità e liberi di informare. Ci sentiamo solidali, quindi, con quanti ci aiutano a comprendere cosa succede in quelle zone del mondo dove per informare si rischia la vita, e sentiamo il dovere di sostenere e appoggiare quei giornalisti minacciati o sotto scorta, che anche in Italia sono purtroppo numerosi”. La presidente ricorda: “Ci siamo trovati come Ucsi a intervenire purtroppo più di una volta nelle settimane recenti per denunciare quel clima intollerabile fatto di intimidazioni, minacce, aggressioni alla stampa. Lo abbiamo fatto insieme alle associazioni di categoria (Ordine dei giornalisti, Federazione della stampa, Usigrai…) perché insieme siamo più forti e possiamo fare forza e scudo a quei giornalisti più esposti che non vanno lasciati soli”.

Fonte: Sir
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