Genova e Liguria
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L’Auditorium della Regione intitolato ai caduti di Nassiriya

Al quinto piano della sede istituzionale di Piazza De Ferrari

L’Auditorium della Regione intitolato ai caduti di Nassiriya

Lunedì 15 luglio presso la sede di Regione Liguria si è svolta la cerimonia di intitolazione della Sala Auditorium ai caduti di Nassiriya, vittime dell’attentato del 12 novembre del 2003 in cui persero la vita 28 persone, di cui 19 italiani, tra le quali 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e 2 civili.

La sala si trova al quinto piano della sede istituzionale di piazza De Ferrari. Alla cerimonia sono intervenuti il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Bucci, il Prefetto Fiamma Spena, il comandante del Comando Militare dell’Esercito della Liguria Gianfranco Francescon, il Comandante del Comando Legione Carabinieri Liguria Pietro Oresta. Presenti anche alcuni famigliari delle vittime. “Giunta e Consiglio regionale concordemente hanno deciso di dedicare questo auditorium, che era senza nome, ai caduti di Nassiriya - ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - È una iniziativa in cui crediamo particolarmente: ricordarci della nostra storia passata e recente, di quella bella che ci inorgoglisce e quella anche dolorosa, che ci rende ugualmente orgogliosi per tutto ciò che è stato fatto e viene fatto tuttora per la nostra sicurezza, è un segnale concreto di vicinanza alle forze dell'ordine, che forse non arriva sempre forte e chiaro come in questo caso”.

Anche il Cardinale Arcivescovo è intervenuto alla cerimonia e ha benedetto la targa commemorativa posta all’ingresso dell’Auditorium. “Questa intitolazione è un onore per Genova e per la Liguria – ha detto l’Arcivescovo - perché riconoscere il bene dei propri connazionali significa avere un animo attento, che sa percorrere la via dei buoni propositi”. “Ricordo bene quel frangente – ha sottolineato il Card. Bagnasco – perché in quel periodo ero Ordinario Militare. Subito dopo quel tragico evento ho voluto raggiungere Nassiriya, per parlare e confortare coloro che erano nella disperazione, specialmente i carabinieri e i soldati della base militare dell’esercito. Mi sono portato nel cuore, insieme al grande dolore, l’impressione di quello che noi italiani siano all’estero: laddove i nostri militari erano presenti ho sempre avvertito l’apprezzamento da parte della popolazione locale per quella che è l’umanità del popolo italiano.

Una capacità di dialogo e di incontro che, nonostante i rischi che comporta, non rinuncia alla volontà di gettare quei ponti, di cui spesso parla Papa Francesco, che sono indispensabili del vivere insieme e, laddove serva, della risoluzione di conflitti”.

Fonte: Il Cittadino
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