Genova e Liguria
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Il Cardinale Bagnasco a Tursi in visita al sindaco Bucci

L'Arcivescovo ha restituito la visita natalizia

Il Cardinale Bagnasco a Tursi in visita al sindaco Bucci

Come avvenuto già recentemente con il Governatore Toti, il Cardinale Bagnasco ha restituito la visita natalizia anche al sindaco Marco Bucci in ‘casa sua’, ovvero Palazzo Tursi.

Il colloquio privato tra l’Arcivescovo e Bucci è durato circa un quarto d’ora, al termine del quale il Cardinale Bagnasco ha parlato ai membri del Comune riuniti nel salone di rappresentanza di Tursi.

Bucci ha sottolineato come abbia riferito al Pastore di Genova l’obiettivo principale del Comune, ovvero lavorare perché ci siano più persone e più posti di lavoro a Genova; tante sono le urgenze, ma l’obiettivo è quello di costruire una grande città.

 

L’Arcivescovo ha ringraziato molto per l’invito che è diventato ormai tradizionale e ha esordito dicendo come spesso lo accusino di essere un po’ ‘campanilista’ nei confronti della sua città: “Sottolineo soltanto la realtà, ovvero che Genova ha un’oggettiva bellezza e una grande potenzialità: questo è quindi il motivo di un giusto e buono orgoglio che non impedisce naturalmente di guardarsi attorno sulla bellezza di tanti luoghi italiani e esteri. Però significa anche non dimenticare la propria terra e le proprie radici”.

Suo desiderio è stato quello di porgere a tutti l’augurio di un sereno e fruttuoso anno nuovo come è negli intendimenti e nelle speranze di ciascuno, al di là di ogni posizione e scelta particolare che non devono creare impedimenti al dialogo e al confronto se si ha come obiettivo il bene comune. E’ necessario, infatti, lavorare per arrivare a operazioni e azioni congiunte.

“Chissà perché nella politica generale – ha detto ancora l’Arcivescovo guardando oltre Genova alla situazione nazionale e internazionale - prendere una posizione sembra impedire il riconoscimento del bene e del vero ovunque sia. E’ una posizione che non fa bene alla politica in generale, ma che purtroppo si percepisce. Mi auguro che in casa nostra questo avvenga il meno possibile. Ultimamente ho riflettuto sul fatto che la politica dovrebbe cercare di riappropriarsi del potere che le compete. Secondo analisi e esperienze, sembra che il potere a volta, non abiti nelle sedi istituzionali, ma altrove”

Il Cardinale Bagnasco si è quindi soffermato sull’azione della Chiesa di Genova, fin dal 1946 ma anche prima, per essere presente nel tessuto e nella vita del popolo genovese a tutti i livelli. Questo grazie all’impegno di grande figure come quella del Cardinale Boetto, riconosciuto recentemente ‘Giusto tra le Nazioni’ (è il terzo sacerdote genovese dopo Mons. Francesco Repetto e don Emanuele Levrero) che nominò come suo primo collaboratore Mons. Giuseppe Siri che poi prese il suo posto alla guida della diocesi di Genova. La Chiesa ha come missione quella di essere vicina alle persone, specialmente nelle situazioni di difficoltà ed emergenza e a proposito di questo il Cardinale ha ricordato la recente crisi economica dalla quale secondo lui ancora non siamo usciti. Interessante il dato che citato: nel 2017 la Chiesa in Italia ha distribuito tra i 25 e i 30 milioni di pasti: “Anche noi cerchiamo di fare qualcosa a Genova – ha detto l’Arcivescovo- ma un altro dato da rilevare è che negli ultimi anni questi numeri così elevati riguarda ormai per la maggioranza gli italiani, indice di un forte disagio che prosegue. In Europa vado ripetendo in pubblico e privato che non bisogna avere paura della chiesa né della religione: la Chiesa cattolica e cristiana in generale e la religione quando è vera porta con se un’immagine rispondente della divinità, non è contro l’uomo, il progresso, lo sviluppo, la democrazia, la felicità e la gioia dell’uomo; al contrario è inviata dal buon Dio in mezzo al mondo per essere lievito e sale e accompagnare la vita di ogni persona, famiglia, comunità. Avere timore della religione e del cristianesimo come purtroppo talvolta avviene non è ragionevole, perché al storia ci dice il contrario se la leggiamo senza preconcetti”.

La Chiesa in Genova quindi continua la sua missione di vicinanza alle persone in punta di piedi, senza sbandierare o senza cercare medaglie o riconoscimenti cercando di fare correttamente il bene. Un bene fatto con la grancassa non fa bene a chi lo riceve.

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