Genova e Liguria
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Homes4All, start up innovativa per affrontare l’emergenza abitativa

Intervista al dott. Giorgio Mosci che sta portando avanti il progetto anche a Genova

Homes4All, start up innovativa per affrontare l’emergenza abitativa

Parte anche a Genova il progetto ‘Homes4All’, nato da una start up che favorisce la rigenerazione urbana tramite investimenti immobiliari a impatto sociale; anima dell’iniziativa il dott. Giorgio Mosci.
Dott. Mosci, in che modo è venuto a conoscenza del progetto Homes4All?
Mi ha incuriosito un articolo di giornale che spiegava modalità e finalità del progetto che è nato a Torino, nella seconda metà 2019, quindi prima della pandemia. Mi è subito piaciuto per gli obiettivi che vuole raggiungere che sono sostanzialmente tre: combattere l’emergenza abitativa; offrire un’opportunità di investimento in una start up innovativa, con la prospettiva di un rendimento a lungo termine, sapendo di fare una cosa che ha anche un impatto sociale; infine, lavorare anche per la rigenerazione urbana. Scopo della società è, infatti, l’acquisto di immobili con successiva ristrutturazione e rimessa sul mercato, intesa come vendita oppure come affido a una famiglia in emergenza abitativa. L’investitore dopo un po’ può effettivamente venderlo, sapendo che l‘appartamento è in ordine, con inquilini che sono stati garantiti; oppure può lasciarlo in gestione alla società: magari non percependo un rendimento alto ma non avendo problemi, soprattutto di ricerca e gestione inquilini. A Torino hanno raccolto 600.00 euro, con più di 90 soci alla fine della campagna di crowdfunding; il progetto sta funzionando, hanno comprato i primi appartamenti, qualcuno lo hanno già venduto e a marzo ci sono stati i primi inserimenti negli alloggi. Credo che lavorando in modo chirurgico anche a Genova si possano raggiungere ottimi risultati.
Quali sono i principali interlocutori con cui state iniziando a dialogare?
A Torino questa start up ha lavorato sostanzialmente con un unico interlocutore, ovvero il Comune. A Genova stiamo dialogando con più realtà e io penso che sia un bene: in una città come la nostra le informazioni girano velocemente e in questo modo si possono avere maggiori ritorni a favore della società. L’associazione con la quale stiamo progettando di più in questa fase è la Caritas – Fondazione Auxilium, ma abbiamo preso contatti anche con Comunità S. Egidio, San Vincenzo, Januaforum e naturalmente lavoreremo con il Comune appena pronti, attraverso i servizi sociali. Vogliamo infilarci un po’ ‘a gamba tesa ‘in tutto ciò che sta già avvenendo magari aiutando a coordinare le diverse realtà coinvolte. Non esiste un ordine statistico-amministrativo sugli alloggi a disposizione o le famiglie in emergenza; troppi ‘giocatori’ che lavorano con tutte le difficoltà operative del caso e riuscire a ‘fare rete’ sarebbe un importante traguardo.
Ci sono dei territori cittadini sui quali volete puntare in modo particolare?
Sappiamo che oggi si parla tanto di centro storico e certamente è una delle zone più interessate dall’emergenza abitativa, ma non è l’unica. Pensiamo alla nostra periferia, in alcuni casi molto degradata, ma anche a zone limitrofe al centro, per fare un esempio la zona di corso Torino con tanti appartamenti grandi. Quindi non c’è nessuna preclusione a livello di territorio. Uno dei nostri obiettivi è integrare la casa popolare con l’area residenziale, un po’ sul modello londinese.
Può darci alcuni dati in termini di emergenza abitativa?
Genova ha 3500 sfratti in corso, quindi un numero abbastanza alto. Sono circa 7000 in tutta la Liguria.
Sono 35000 le case sfitte, quindi vuol dire che c’è molto da lavorare e se si comincia a farlo in maniera ‘chirurgica’ credo ci siano grandi opportunità. Dalla sede centrale della start up arriva, inoltre, un dato piuttosto preoccupante: il 58% delle famiglie italiane è a rischio abitativo. Regioni e comune in qualche modo cercano di intervenire, ma non hanno la possibilità di colmare questo vuoto economico; a Genova ad esempio il Comune è riuscito a stanziare, tramite fondi statali, circa 5 milioni a fronte però di una richiesta pari a venti.
Quali sono i primi passi con cui state avviando Homes4All anche a Genova?
Abbiamo iniziato circa un mese fa la raccolta per un patrimonio per Genova, che si concluderà a metà giugno; siamo in fase di comunicazione e di informazione. La risposta è per ora molto positiva; sono intervenute anche società immobiliari interessate a supportare attività di gestione e opportunità di acquisto, anche nel caso di ristrutturazione di interi palazzi, che va un po’ oltre la nostra possibilità, ma che può rappresentare un’interessante opportunità di collaborazione anche su Genova. A Milano ad esempio Homes4All sta partecipando a un’iniziativa insieme a Fondazione Cariplo che potrebbe addirittura entrare nel capitale e dare risorse ed energia alla società. Partner dell’iniziativa a Torino è la Compagnia San Paolo con la quale qui a Genova non abbiamo ancora interloquito, ma contiamo di farlo al più presto. Inoltre, stiamo cercando di coinvolgere diverse realtà professionali perché la società possa andare avanti con le proprie gambe: pensiamo al geometra, all’architetto, all’avvocato, al notaio ... In queste ultime settimane è nata, inoltre, l’idea, anche grazie al coinvolgimento del gruppo di don Massimiliano Moretti, di replicare un modello che è risultato efficace in termini di lotta all’emergenza abitativa, ovvero quello della parrocchia delle Vigne lanciato da Mons. Anselmi, Vescovo Ausiliare, che ha portato ad un nuovo utilizzo in centro storico di beni confiscati alla mafia garantendo alloggi per chi è in difficoltà e un’autentica rigenerazione del territorio anche in chiave sociale. Un progetto che potrebbe essere replicato anche in altre parrocchie. In questo senso la chiesa di Genova è molto attenta e ci auguriamo di poter intraprendere un cammino insieme. Per maggiori informazioni: info@homes4all.it; www.homes4all.it.

Fonte: Il Cittadino
Homes4All, start up innovativa per affrontare l’emergenza abitativa
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