Genova e Liguria
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Centro di Solidarietà: presentato il Bilancio 2018

Lotta alle dipendenze e accoglienza sono i due settori principali di intervento

Centro di Solidarietà: presentato il Bilancio 2018

La presentazione del Bilancio sociale del Centro di Solidarietà, avvenuta la scorsa settimana nella Sala Trasparenza della Regione Liguria, è stata l’occasione per fare il punto su due temi fondamentali e attuali a Genova: il problema delle tossicodipendenze, con la diffusione delle sostanze stupefacenti fra i più giovani, e l’accoglienza dei migranti.

Enrico Costa, Presidente del Ceis, nella presentazione del Bilancio ha sottolineato che il Centro, per tradizione, opera proprio in questi due grandi ambiti: “In questo anno ci siamo spesi al massimo per sostenere tanto le persone nella riabilitazione dalla dipendenza quanto chi cerca da noi una casa e un futuro fuggendo dalle tragedie dei propri paesi”.

In relazione alle dipendenze, Costa ha sottolineato l’urgenza dell’educazione “emotiva e sociale”, specialmente dei più giovani, oggi considerati gli utilizzatori principali di alcool e droghe.

“Oggi la dipendenza - droghe, alcol, gioco d’azzardo e tante altre forme - è considerata un fatto ineluttabile”, ha concluso Costa: se la cura delle emergenze fa parte del DNA del Centro, è pur vero che non si può perdere di vista l’impegno educativo e preventivo, che va perseguito e organizzato con cura.

Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare della Diocesi, ha rimarcato l’importanza dell’educazione e della formazione dei più giovani, soprattutto nell’ottica di una loro responsabilizzazione.

Più i ragazzi si sentono utili, hanno impegni e responsabilità nei confronti dei propri amici, meno saranno attirati dalle sirene delle droghe, ha detto Mons. Nicolò. E’ nel “vuoto cosmico” che alcool e stupefacenti mettono radici inestirpabili. E della stessa opinione è anche il Procuratore di Genova Francesco Cozzi, che, rivolgendosi in particolare alle istituzioni presenti, ha sollevato la necessità di istituire una comunità residenziale per adolescenti, un luogo necessario oggi che sempre più giovani, a causa dell’uso e abuso di sostanze stupefacenti e alcool, mettono in serio pericolo la propria salute. “Come diceva Mons. Anselmi - ha detto Cozzi - c’è un vuoto che non si può imputare solo alle carenze educative di scuola e famiglia, ma con cui bisogna sempre più fare i conti”.

Le comunità terapeutiche per la cura dei minori con problemi di abuso di sostanze, ha continuato Cozzi, sarebbero le strutture idonee per far fronte a situazioni personali critiche, che sfociano in malesseri fisici anche gravi o in comportamenti borderline. Gli operatori sanitari lanciano allarmi continui sugli accessi dei giovani alle strutture ospedaliere per l’uso di sostanze stupefacenti, oggi sempre più reperibili e a costi accessibili ai più.

Quindi il Procuratore ha spiegato, in sintesi, come arrivano in città queste sostanze: “Genova è un crocevia del traffico di stupefacenti. Nell’ultimo anno e mezzo nella nostra città sono stati effettuati i più grossi sequestri di eroina e cocaina degli ultimi 20 anni in Italia”.

Cocaina dal Sud America, eroina dall’Asia in particolare, hashish e marijuana dalla Spagna e dal Nord Africa: questa la cartina dei traffici su cui si concentrano le indagini delle forze dell’ordine.

Notevoli le infiltrazioni ndranghetiste di provenienza calabrese che portano sulle riviere e nel capoluogo ligure gli stupefacenti destinati ai giovani.

Un pericolo reale, perchè l’accesso agli stupefacenti è davvero alla portata di tutti: “La dose di droga a un euro - ha detto Cozzi - è quella che serve per avvicinare proprio i giovani, e che costituisce una sorta di iniziazione; la droga viene diffusa nelle scuole o nei luoghi di incontro per eccellenza, ad esempio il Centro Storico”.

Questo excursus sulla diffusione delle sostanze richiama dunque alla necessità di trovare fronti comuni di intervento. “Nelle scuole non esistono organismi di individuazione di comportamento di accesso agli stupefacenti; sono gli insegnanti che, su percezioni individuali, segnalano comportamenti anomali fra gli studenti.

Occorre dunque che nella scuola si costituiscano organismi in grado di valutare i rischi di questo tipo di utilizzo, e di segnalare disagi ai servizi sociali e ai tribunali dei minori”. La comunità terapeutica è necessaria dunque come intervento forte e di sostegno alle famiglie; l’intervento di recupero costituisce in questo caso una vera e propria opportunità per chi si trova in difficoltà e per chi per i più diversi motivi è caduto nella trappola delle sostanze stupefacenti.

“La Liguria, ha concluso Cozzi rivolgendosi in particolare agli amministratori locali presenti, ha l’opportunità di offrire una strada ai minori in difficoltà introducendo un servizio di cui oggi si sente particolare necessità”.

Necessità ben recepita dall’Assessore alla Sanità Sonia Viale, che ha dichiarato la disponibilità della Regione ad attivarsi in questa direzione.

Fonte: Il Cittadino
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