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Teatro in carcere - Nuova stagione di "Voci dall'Arca"

I detenuti in scena a maggio con "Sette minuti" e "La parola ai giurati"

Teatro in carcere - Nuova stagione di "Voci dall'Arca"

Dal 2016 nel Carcere di Marassi c'è il Teatro dell'Arca, realizzato dall'Associazione Teatro Necessario in stretta collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale; il teatro è l'unico in Europa appositamente ubicato nella cinta muraria del un carcere, al quale può accedere non solo la popolazione detenuta ma anche il pubblico dall'esterno.

Per questo le regole di accesso sono molto stringenti, ma non impediscono di poter accedere per godere degli spettacoli e degli eventi che qui vengono programmati.

Il Teatro è sede stabile della Compagnia Scatenati, formata dagli attori detenuti della Casa Circondariale, da professionisti esterni e dagli studenti che nel corso del tempo hanno collaborato alla realizzazione degli spettacoli. L'Associazione Teatro Necessario è attiva già dal 2005 all'interno del Carcere, e ha la finalità di servirsi dello strumento teatrale come via per l'integrazione e la riabilitazione sociale dei detenuti.

In questi anni di attività, sono ben 450 i detenuti coinvolti nelle rappresentazioni, come attori o tecnici, 80.000 gli spettatori, decine di scuole e di studenti universitari che hanno preso parte ai tanti progetti.

Questa mattina, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, è stata presentata la nuova stagione del Teatro, "Voci dall'arca - Dato il posto in cui ci troviamo". Mirella Cannata, Presidente dell'Associazione Teatro Necessario, ha presentato la nuova stagione, che inizia sabato 27 gennaio con lo spettacolo "Suoni nelle culture".

La rassegna di quest'anno è dedicata a Sandro Baldacci, Direttore Artistico del Teatro dell'Arca, regista e fondatore di teatro Necessario, scomparso lo scorso 16 novembre. 

Per farci raccontare qualcosa di più della prossima stagione abbiamo incontrato il Prof. Carlo Imparato, vicepresidente dell’Associazione Culturale Teatro Necessario Genova.

Prof. Imparato, sta per iniziare la VI rassegna teatrale, che ha come sottotitolo "Dato il posto in cui ci troviamo"...

Sì, ripartiamo dopo la pausa natalizia anticipando le prime rappresentazione già a gennaio. Dato il posto in cui ci troviamo allude evidentemente al Teatro dell'Arca che ospita gli spettacoli.

Non possiamo non ricordare qui Sandro Baldacci, l'anima di questo progetto...

La perdita di Sandro è incolmabile. Era il timoniere di quest'arca. La sua mancanza si sente forte a livello umano e spirituale, ma anche a livello oggettivo. La sua esperienza e la sua competenza, unite alla sua umanità, lo hanno reso per noi insostituibile. Pur nella consapevolezza della difficoltà, abbiamo deciso di andare avanti con il nostro progetto e seppur a fatica vogliamo continuare nella certezza che questa era la volontà.

Nonostante questo momento tragico, quest'anno portate in scena due spettacoli. Ce li può raccontare?

Lo scorso anno abbiamo rappresentato, con un grande sforzo anche di organizzazione, il Riccardo III, che è stato un successo, con 8.000 spettatori. A motivo delle carenze di organico della Polizia Penitenziaria, a cui va sempre il nostro grazie per quanto fanno per noi e per il nostro progetto, abbiamo dovuto ridurre per quest'anno l'impegno. Per questo, abbiamo ripreso lo spettacolo Sette minuti, interpretato dai soli detenuti senza l'inserimento di attori dall'esterno e con scenografie più ridotte. Lo spettacolo è in programma nel mese di maggio al teatro Ivo Chiesa con le consuete rappresentazioni aperte alle scuole. La serata per il pubblico sarà una sola, la prima, martedì 7 maggio, e poi seguiranno altre serate dal 14 al 18 maggio al Teatro dell'Arca e altre rappresentazioni al mattino per le scuole sempre all'interno del teatro. Sette minuti è liberamente ispirato al testo omonimo di Stefano Massini. Con i detenuti della sezione di alta sicurezza torna in scena dal 27 al 31 maggio, solo al Teatro dell'Arca La parola ai giurati.

Le rappresentazioni del mattino sono aperte alle scuole. Molte classi entreranno fisicamente dentro le mura del carcere. Quale messaggio si trasmette agli studenti?

Quest'anno abbiamo invitato alcune classi a seguire il lavoro del laboratorio teatrale. Seguire da vicino quello che viene fatto, entrare a vedere le prove, verificare l'impegno dei detenuti, la loro professionalità, vedere sul palco persone straniere che fino a qualche mese prima non conoscevano la lingua, persone analfabete che imparano la propria parte, entrare in carcere per vedere gli spettacoli... sono tutti messaggi che sottintendono un unico significato: l'unico modo per educare alla legalità è investire in bellezza. Abbiamo sperimentato che l'unico modo per evitare la recidiva è fare proposte di bellezza, proporre esperienze di professionalità. Per i detenuti, vedere oltre 1.000 studenti che al mattino vengono a vedere lo spettacolo e rimangono in silenzio ad ascoltare è un segnale molto importante.

La rassegna è composta anche da altri spettacoli interpretati da altre compagnie...

Sì. Il cartellone è ampio. Tutte le rappresentazioni della sera vengono replicate anche il pomeriggio per i detenuti. Segnalo Non è la storia di un eroe, il 23 febbraio, tratto dal podcast Io ero il Milanese, La sfida, il 6 aprile, che racconta il leggendario incontro di boxe fra Muhammed Ali e George Foreman.

La programmazione, da gennaio a maggio 2024, è consultabile sul sito dell'Associazione Teatro Necessario; è già possibile prenotare gli spettacoli.

foto di Foto di Roberto Materassi  - www.teatronecessariogenova.org

Fonte: Il Cittadino
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