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Sale della Comunità, la storia a Genova

Fare pastorale attraverso il cinema 

Sale della Comunità, la storia a Genova

Nei primi mesi del 2020, prima che la pandemia fermasse molte attività, comprese quelle dei cinema e dei teatri, l'Associazione Nazionale Esercenti Cinema aveva constatato che le singole sale cinematografiche avevano registrato l'incremento più alto di pubblico, lo stesso dato valeva anche per le Sale della Comunità (SdC).
Francesco Giraldo, segretario generale Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema), commentava in relazione alle SdC: “E’ sicuramente un dato molto confortante vedere che le Sale monoschermo tengano, anzi aumentino le loro presenze e i loro incassi.
Questo vale anche per le Sale della Comunità, segmento dell’esercizio cinematografico che è attento ai film e in genere a tutto il prodotto cinematografico, ma mai slegato dall’esperienza che la visione cinematografica crea: cioè quella della formazione di comunità coese e aperte alla diversità culturale”.
Ma cosa sono le Sale della Comunità? E come sono nate? Sebbene l'ultimo atto formale riguardante le Sale della Comunità risalga al 1994, esse hanno una storia ben più lunga: nel 1936 Papa Pio XI emana l'Enciclica Vigilanti Cura, in cui si prende in serissima considerazione l'apporto del cinema come mezzo di comunicazione, ponendo l'attenzione sul senso del rispetto e sul concetto di verità che con questo mezzo si veicola.
Nel 1949 si costituisce l'Associazione cattolica Esercenti Cinema, che dà uno Statuto ai vecchi cinema parrocchiali, riconoscendo ad essi una valenza culturale importante.
A Genova (come in tante aree della nostra penisola e, in particolare, in Veneto) all'indomani della Vigilanti Cura erano già in piena attività molte Sale parrocchiali, soprattutto la domenica pomeriggio. Ad esempio, Pier Luigi Derchi (uno dei fondatori del Nickelodeon) scrivendo "I nostri cinema" aveva scoperto, nella sua ricerca, che un Padre Agostiniano della parrocchia della Consolazione, Padre Silvio Gatti, aveva dato inizio alle proiezioni nel cinema Consolazione dal 1937. Il Fritz Lang attuale nasce come cinema San Paolo nell'omonima parrocchia, nel 1949 (su una preesistente Sala).
Il Cinema Palmaro, poi Cineclub Marilyn Monroe e oggi Nuovo Cinema Palmaro (presso la parrocchia di Santa Maria Assunta) era Sala per le proiezioni già negli anni '30. All'altro capo della città, ricordiamo qui anche il cinema San Siro di Nervi, naturalmente legato alla chiesa plebana. Addirittura la Sala del Cinema dei Cappuccini, il Cineclub Charlie Chaplin, veniva inaugurato il 26 dicembre del 1924, così come è testimoniato dal giornale "Il Padre Santo" e la domenica si proiettavano due spettacoli: alle 14 e alle 20,30.
E' sempre nella rivista dei cappuccini che si legge che il 22 marzo Padre Tomati vi presenta e proietta il film "Frate Sole" di Ugo Falena. Qui non faremo la lista dei numerosi cineclub nati all'ombra "del campanile", sebbene oggi non tutti siano ancora attivi (pensiamo per esempio al Cineclub Lumière legato alla parrocchia di San Fruttuoso), sono comunque molte le Sale della Comunità che si propongono da sempre un'attenta programmazione filmica, molto spesso rivolta anche alla fruizione da parte delle famiglie, tenendo conto anche dei prezzi del biglietto.
Man mano, le sale della Comunità legate all'Acec (e da cui prenderanno vita i Cine Circoli Giovanili) elaborano anche criteri di valutazione del film tenendo in considerazione il genere (dalla commedia, al western, al dramma, al fantastico e così via) e la valutazione pastorale avendo sempre ben presente i destinatari: pubblico preparato, famiglie, giovanissimi e bambini.
Negli anni non si contano le rassegne in lingua originale, le "personali", i festival (per esempio il Missing Film Festival, il Ghostbusters, oggi il Flight), i convegni che le sale della Comunità hanno portato avanti sempre nel grande rispetto per il suo pubblico.
A testimonianza del fermento e della passione per il cinema nella Chiesa genovese, ricordiamo che negli anni '50 presso l'Istituto Arecco dei Padri Gesuiti, Padre Angelo Arpa aveva dato vita ad un importante cineforum, condotto con grande professionalità, in cui il film diventava mezzo di discussione, di studio, di incontro.
Tra le personalità ecclesiastiche che non disdegnavano l'ambiente del cinema come mezzo importante di cultura vi era lo stesso Cardinale Giuseppe Siri, che fece di Padre Arpa una sorta di consulente cinematografico.
Mariangela Grilli

Fonte: Il Cittadino
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