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I Santi Pietro e Paolo rappresentati nell'arte

Sono le due fogure più venerate della cristianità

I Santi Pietro e Paolo rappresentati nell'arte

Il 29 giugno è la data in cui si celebrano i due Santi Patroni di Roma, è considerato un vero e proprio giorno di festa nella città. Pietro e Paolo sono due dei santi più conosciuti della cristianità, nonché coloro che hanno gettato le basi della Chiesa. Come tutti i santi, sono riconoscibili nelle opere d’arte grazie a delle iconografie ben precise, che si sono consolidate nel corso del tempo.
San Pietro era un apostolo di Gesù, prima di fare la sua conoscenza aveva il nome di Simone. L’incontro con Gesù avvenne in Giudea. Uno degli episodi più famosi della vita di Pietro è certamente la “Pesca miracolosa”, ovvero quando si trovava nel Mare di Galilea a pescare ma senza riuscire a prendere alcun pesce per tutta la notte. Gesù allora gli chiese di salire sulla sua barca e di gettare le reti, che raccolsero una grande quantità di pesci. Gesù disse a Pietro: «Non temere; da ora in avanti tu sarai pescatore di uomini vivi».

Questo episodio è frequente nelle rappresentazioni della vita di Pietro e degli Apostoli, un esempio noto è certamente il disegno di Raffaello, tradotto poi in arazzo. Il cartone è conservato al Victoria & Albert Museum di Londra, mentre l’arazzo ai Musei Vaticani.

Un altro episodio cardine della vita di Pietro è quando Gesù lo scelse come iniziatore della Chiesa: «Ed io altresì ti dico, che tu sei Pietro, e sopra questa roccia io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non la potranno vincere. Ed io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra, sarà legato nei cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto nei cieli». (Mt. 16, 18-19). Questa frase, in latino, è scritta nella parte interna della cupola di San Pietro, dove ai lati nei pennacchi sono presenti le figure dei quattro Evangelisti. L’iconografia di Pietro acquista dunque un importante attributo: la chiave. Egli diventa di fatto il primo papa della storia, come vediamo nell’affresco di Pietro Perugino della Cappella Sistina rappresentante appunto “La consegna delle chiavi” (1481-1482).

Essendo uno dei 12 apostoli, Pietro prese parte all’Ultima cena di Gesù, scena innumerevolmente rappresenta nella storia dell’arte, di cui la più famosa è certamente quella di Leonardo da Vinci. Dopo la cena, Gesù andò a pregare nell’orto del Getsemani insieme a Pietro, Giovanni e Giacomo, i quali però si addormentarono, rimproverati dal maestro, come ricorda l’opera rappresentante l’“Orazione nell’orto” (1455) di Andrea Mantegna conservata alla National Gallery. Pietro non è menzionato dai Vangeli durante la Passione di Cristo, ma fu tra i primi a correre a vedere il sepolcro vuoto. Inoltre, un giorno mentre stava pescando, gli apparve Gesù che gli consigliò di gettare le reti a destra della barca, ripetendo così il miracolo della pesca.

Dopo l’Ascensione, Pietro fu tra i primi a predicare la parola di Cristo e nel Suo nome compì anche miracoli, come la guarigione dello storpio. Pietro venne arrestato tre volte, di cui l’ultima per ordine di Erode Agrippa. Fu un Angelo a liberarlo dal carcere, durante la notte, per la seconda volta (come ci descrive Raffaello nell’affresco delle Stanze Vaticane con l’affresco “Liberazione di San Pietro” 1513-1514). La vita di San Pietro si concluse con il martirio, simbolicamente avvenuto con la crocifissione a testa in giù. Tra le tante rappresentazioni del martirio, ricordiamo quella di Masaccio del 1426 conservata ai Musei statali di Berlino.

Anche la vita di San Paolo è stata oggetto del racconto attraverso le opere d’arte. Paolo di Tarso era un persecutore dei cristiani, non aveva conosciuto di persona Gesù ed era un ebreo praticante. Si narra che un giorno, mentre era in viaggio verso Damasco, all’improvviso apparve una luce che lo fece cadere, una voce gli disse «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?», identificandosi come Gesù Cristo in persona. Paolo rimase cieco per tre giorni, non mangiò e non bevve nulla, riacquistò la vista solo a seguito del battesimo. Non si può non citare l’opera di Caravaggio che realizzò addirittura due versioni del soggetto. Da quel momento, la missione di Paolo fu quella di diffondere la parola di Cristo tra le genti. Iniziò a viaggiare molto per il mondo e nel Nuovo Testamento sono tramandate le sue lettere ai popoli infedeli (si veda il dipinto a tempera su carta di Raffaello rappresentante “La predica di San Paolo agli Ateniesi”, conservato alla National Gallery di Londra). Paolo terminò i suoi viaggi a Roma, dove secondo la tradizione cristiana venne decapitato per ordine di Nerone, lo stesso giorno di san Pietro. Nel luogo dove avvenne il martirio, è stata costruita l’Abbazia delle Tre Fontane, mentre sul luogo del sepolcro sorge la basilica di San Paolo fuori le Mura, voluta dall’imperatore Costantino.

Nella foto: Perugino, La consegna delle chiavi

Fonte: Il Cittadino
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