Catechesi nell'arte - La chiesa dei Santi Cosma e Damiano
La Chiesa li ricorda il 26 settembre
Il 26 settembre la Chiesa ricorda Santi Cosma e Damiano. Proponiamo in questo articolo un approfondimento artistico e storico sulla chiesa loro dedicata nel Centro Storico di Genova.
Situata alle pendici dell'antico Castello cittadino, la Chiesa dedicata ai due Santi Cosma e Damiano, fratelli medici martirizzati nell'antica regione delle Cilicia (nell'odierna Siria) nel 287 d.C. sotto l'Impero di Diocleziano, è una delle più antiche di Genova. La tradizione vuole che essa sorga su di un precedente oratorio dedicato ai due Santi. Il primo documento che parla della Chiesa risale al 21 luglio 1049.
La Chiesa fu in un primo momento dedicata a San Damiano, le cui reliquie, ancora qui conservate, furono portate in questo luogo da Costantinopoli da Enrico Mallone e Nicolò Spinola. Solo nel 1304 al titolo di San Damiano fu aggiunto quello di San Cosma. Essa, piccola e nascosta in una piazzetta raggiungibile attraverso da tre punti ma sempre attraverso stretti vicoli, è un gioiello dell'arte romanica: l'esterno è caratterizzato da una facciata a capanna nella quale si aprono alcune tombe ad arco a sesto acuto, mentre l'interno, suddiviso in tre navate è caratterizzato dalla scura pietra di promontorio che nelle colonne si intervalla al bianco marmo e ai mattoni delle arcate. Spoglia, semplice e raccolta è una delle Chiese che preferisco di tutto il centro storico di Genova. Nel 1476 la corporazione dei chirurghi e barbitonsori, di cui i due santi Cosma e Damiano sono i patroni, fece realizzare sotto il pavimento della Chiesa il loro sepolcro, tuttora esistente.
Il bombardamento francese del 1684 distrusse il tetto e il chiostro, quest'ultimo mai più ricostruito.
Da segnalare una splendida Immacolata del Puget, posta sull'altare laterale destro, una fonte battesimale medievale marmorea, e opere di Bernardo Castello "Ester ed Assuero", Gioacchino Assereto "Madonna con il Bambino e i Santi Cosma e Damiano che guariscono i malati", e Giovanni Andrea De Ferrari "Transito di San Giuseppe". La primitiva chiesa fu ampliata alla fine di quello stesso secolo o all'inizio del XII, epoca alla quale risalgono i muri perimetrali e la zona absidale. Fu eretta in parrocchia probabilmente nel 1147 e la partecipazione del suo rettore all'elezione del vescovo di Genova Ugone della Volta nel 1163 ne testimonia l'importanza in quel periodo. Nello stesso secolo fu anche eretta la torre nolare ottagonale con bifore e realizzato il portale. Nel 1296 Enrico Mallone e Nicolò Spinola fecero dono alla chiesa di alcune reliquie di san Damiano, martire in Cilicia nel 287 insieme al fratello Cosma, che gli stessi avevano portato da Costantinopoli. Risale probabilmente a quell'epoca il cambio della dedica della chiesa, che da quella data è citata nei documenti con la doppia intitolazione ai due fratelli medici, mentre in precedenza era menzionata solamente come chiesa di San Damiano. Nel 1476 la corporazione dei chirurghi e barbitonsori di cui i due santi sono i patroni, faceva realizzare nella chiesa il sepolcro comune tuttora esistente. A causa del bombardamento navale francese del 1684 fu distrutto il tetto a capriate lignee, sostituito con una nuova copertura con volte a crociera in muratura. Altri gravi danni furono causati, durante la seconda guerra mondiale, dai bombardamenti del novembre 1942, che colpirono la parete sinistra del transetto, il tetto e una delle colonne interne, ripristinati negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto. La chiesa è in stile romanico; alla prima costruzione dell'XI secolo appartengono il presbiterio e le absidi, mentre il resto dell'edificio risale alla ristrutturazione dei primi anni del Duecento. La facciata a capanna, in pietra, tripartita da lesene nella parte superiore, presenta in basso un basamento nel quale sono ricavate tre tombe ad arcosolio con arcate a tutto sesto del XII secolo ed una con arco a sesto acuto retto da colonnine gotiche, con paramento a bande bianche e nere, detta "tomba del Barisone", realizzata durante la ristrutturazione del XIII secolo. Nella facciata si aprono due monofore e in alto un finestrone semicircolare, realizzato nel XVII secolo, quando venne costruito il tetto in muratura in sostituzione di quello originario a capriate lignee, distrutto dal bombardamento francese del 1684. Il portale strombato, sopraelevato di sette scalini, risalente alla metà del XII secolo, è sormontato da un architrave di reimpiego di epoca romana, ornato con intarsi policromi medioevali, e da un arco tondo a bande bianche e nere sostenuto da un fascio di sottili colonne con capitelli decorati. Poche ma di grande qualità le opere d'arte conservate nella chiesa.
Tra le opere scultoree una statua in marmo dell'Immacolata di Pierre Puget del XVII secolo. Nell'abside di sinistra sono collocati il fonte battesimale medioevale, in marmo scolpito, e l'organo a canne costruito nel 1764 da Filippo Piccaluga e figlio.
Ilaria Brigati
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