Comunità diocesana
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Pellegrinaggio del mondo del lavoro al Santuario della Guardia

Una tradizione che oggi ricopre una attualità particolare

Pellegrinaggio del mondo del lavoro al Santuario della Guardia

Il Pellegrinaggio delle Società Operaie Cattoliche e del Mondo del Lavoro al Santuario della Madonna della Guardia merita una attenta riflessione. Affonda certamente le radici nella tradizione comunitaria e personale ma, essendo espressione della religiosità popolare, ha un carattere di attualità e di ispirazione per il futuro e va colto nel suo profondo significato agli effetti della trasmissione e della inculturazione del Vangelo (crf. Evengelii Gaudium, 122).

Da bambini i nostri nonni e i nostri genitori ci portavano alla Guardia, ci raccontavano delle apparizioni della Madonna a Benedetto Pareto, ci portavano nella sala degli ex voto e, attraverso i loro racconti, ripercorrevamo gli scampati pericoli di molte persone protette dalla Madonna.

La vivacità della nostra fantasia ci faceva rivivere episodi della costruzione del Santuario, ripensando con ammirazione allo spirito di sacrificio di tanti fedeli, specialmente giovani, che avevano offerto il loro lavoro gratuitamente. In noi si andava così sedimentando quella religiosità popolare che deve essere, ancora oggi, rivissuta e trasmessa alle giovani generazioni nelle sue potenzialità di evangelizzazione e di inculturazione del Vangelo.

Il pellegrinaggio offre l'occasione per riflettere su quanto il Magistero della Chiesa insegna circa la religiosità popolare, partendo dall'esortazione apostolica "Evangelii Nuntiandi" - Paolo VI 1975 sull'evangelizzazione del mondo contemporaneo - continuando attraverso l'insegnamento di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, fino al magistero di Papa Francesco che nell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium del 2013 così si esprime: «Il camminare insieme verso i santuari e il partecipare ad altre manifestazioni della pietà popolare, portando con sé anche i figli o invitando altre persone, è in sé stesso un atto di evangelizzazione. Non coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria! Penso alla fede salda di quelle madri ai piedi del letto del figlio malato che si afferrano ad un rosario anche se non sanno imbastire le frasi del Credo; o a tanta carica di speranza diffusa con una candela che si accende in un’umile dimora per chiedere aiuto a Maria, o in quegli sguardi di amore profondo a Cristo crocifisso. Chi ama il santo Popolo fedele di Dio non può vedere queste azioni unicamente come una ricerca naturale della divinità. Sono la manifestazione di una vita teologale animata dall’azione dello Spirito Santo che è stato riversato nei nostri cuori (cfr. Rm 5,5)».

Saremo alla Guardia per mettere nelle mani materne della Madonna l'oggi della nostra Città. Chiederemo anzitutto il rifiorire della vita religiosa nella sua dimensione di fede cristiana, di pratica religiosa, tradotta quotidianamente nella coerente testimonianza. Questo è il punto di partenza obbligato per lo sviluppo inteso nel senso più ampio del termine. Chiederemo alla Madonna di far crescere nella nostra Città la cultura della collaborazione e in consolidamento di un clima favorevole al superamento di conflittualità e rancori, in vista del Bene Comune.

Metteremo pure nelle mani della Madonna i vari progetti che riguardano, tra l'altro, oltre la ricostruzione del Ponte Morandi, la ripresa del nostro Porto con l'avvio dei lavori di accessibilità stradale e ferroviaria, la riqualificazione del Porto Antico, senza dimenticare il potenziamento del Cantiere Navale di Sestri Ponente, l'assetto impiantistico del Distretto delle Riparazioni Navali.

* Vicario episcopale per il mondo del lavoro

Fonte: Il Cittadino
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