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Confessioni mensili per i giovani: il 16 maggio a S. Zita

Dalle ore 19 alle ore 20.30

Confessioni mensili per i giovani: il 16 maggio a S. Zita

Giovedì 16 maggio, riprendono gli appuntamenti mensili per la confessione dei giovani nella Chiesa di Santa Zita, che ad aprile è stato sostituito con l’incontro dei giovani in Cattedrale in occasione della Pasqua. Alcuni preti saranno a disposizione dalle 19 alle 20.30 per dare la possibilità, a chi lo desidera, di rinnovare la gioia della santità, che è di fatto la vocazione che ognuno di noi ha ricevuto col battesimo. Molti ritengono che non sia necessario confessarsi frequentemente; a questa obiezione si può rispondere facilmente con l’esempio dei santi, alcuni dei quali si confessavano almeno una volta alla settimana.

Nel confessionale possiamo sperimentare «l’abbraccio misericordioso del Padre e lasciarci toccare da questo amore misericordioso del Signore che ci perdona sempre», come ricorda papa Francesco.

Non dobbiamo dimenticare mai che la confessione è un sacramento: il sacramento della Riconciliazione, perché dona al peccatore l’amore di Dio che, appunto, ci riconcilia con Lui, con la Chiesa, con i fratelli.

Ma quali sono gli elementi necessari per una buona confessione? Prima di avvicinarci al confessionale sono essenziali due cose: la contrizione e un buon esame di coscienza. 

La contrizione è “il dolore dell’animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire”, spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica. In parole semplici vuol dire che, prima di confessare un peccato, dobbiamo essere pentiti per averlo commesso e avere già deciso in cuor nostro di non commetterlo più. 

Secondo elemento essenziale: per avere le idee chiare su quello che abbiamo bisogno di confessare è indispensabile un esame di coscienza. Dobbiamo guardarci dentro con grande onestà morale e intellettuale e fare un elenco dei peccati che abbiamo commesso. Per farlo possiamo anche aiutarci con la lettura di qualche brano del Vangelo.

Presa coscienza dei nostri peccati, ricordiamoci che dobbiamo confessarli tutti. Non ha senso chiedere perdono solo per alcuni, magari quelli che sembrano più facili da confessare… Certo: ci sono cose di cui facciamo grande fatica a parlare con qualcun altro, incluso il sacerdote che abbiamo davanti, ma dobbiamo sforzarci, se vogliamo il perdono di Dio. 

Se poi qualcosa non riusciamo proprio a dirla perché ci vergogniamo, proviamo almeno a farla capire al confessore, dimostrando il nostro desiderio di chiedere scusa al Signore e di ricevere il suo perdono. Ultimo passo è la penitenza. Ad assegnarcela sarà il confessore e, sia essa una preghiera (Ave Maria, Padre Nostro…), un’opera di misericordia o una rinuncia, la compiremo consapevoli che essa ci permetterà, dopo l’assoluzione, di recuperare la piena salute spirituale. 

Fonte: Il Cittadino
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