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Celebrazioni della Settimana Santa: da vivere anche nell'emergenza sanitaria

Dalla Domenica delle Palme alla Veglia Pasquale, ecco il significato dei riti che si celebrano

Celebrazioni della Settimana Santa: da vivere anche nell'emergenza sanitaria

Lo scorso gennaio, mentre tutto il mondo viveva nella sua tranquilla routine, in Cina c’era già apprensione per la diffusione dell’epidemia di COVID-19: il governo di Pechino ha dovuto decidere con estrema fatica l’annullamento del “Capodanno cinese”, la festa tradizionale più importante che da più di 4000 anni viene celebrata in una settimana tra gennaio e febbraio.

E’ una notizia che per l’occidente è passata in mezzo alle tante legate al coronavirus, senza troppi approfondimenti, ma che ha provocato nel popolo cinese una grande sofferenza che dall’esterno si può solo intuire: adesso possiamo comprendere meglio cosa provavano i cinesi perché viene toccata la “nostra” celebrazione di fede più importante dell’anno, la Settimana Santa.

Le ultime prescrizioni del governo hanno stabilito che le misure restrittive alla libera circolazione siano estese almeno fino al 13 aprile e già qualcuno su Internet ha scritto, commentato, disegnato “il primo anno senza Pasqua” da quando è stata istituita. Sorgono però importanti alcune domande: presupposto che nella sostanza la Pasqua con il suo Triduo di preparazione è davvero la celebrazione più importante per la fede cristiana, chi è che quest’anno vivrà con sofferenza l’impossibilità di partecipare alle funzioni?

E’ infatti ovviamente sbagliato pensare che siano realmente soppresse, ma chi ne sentirà davvero la mancanza? Abbiamo davvero coscienza di quello che avviene dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Pasqua oppure il nostro interesse è più proiettato ai giorni di ferie persi, alla vacanza sulla neve saltata, o peggio ancora la delusione per la tradizionale scampagnata di pasquetta che non si può fare?

Forse dovremmo cogliere questa occasione per approfondire in cosa crediamo veramente, in cosa troviamo la gioia, se nella festa o nel Festeggiato, perché si, comunque, anche quest’anno Pasqua verrà celebrata. Ripercorriamo in breve le tappe che ci porteranno alla riscoperta di che cosa succede in quei giorni.

La DOMENICA DELLE PALME si celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme: il popolo attendeva l’arrivo di un messia che lo liberasse dall’oppressione, annunciato e descritto in molte profezie. Gesù si reca nella città santa per la celebrazione della Pasqua ebraica e lì si realizzerà il progetto di Dio, una nuova alleanza firmata col suo stesso sangue, in favore dell’umanità. Il senso di questa celebrazione non è quindi portarsi a casa la palma benedetta, per quanto sia comunque un importante segno di fede, ma preparare la strada del nostro cuore a vivere il mistero della passione e della morte del Signore: per questo viene letto integralmente il nucleo del vangelo che racconta i fatti accaduti e per questo va ascoltato, anzi, meditato perché ci faccia cogliere il sacrificio che Gesù ha compiuto per noi.

Il GIOVEDI' SANTO ha una doppia celebrazione: la Messa Crismale e la Messa in Coena Domini – della Cena del Signore. Normalmente la Messa Crismale vede riunirsi in cattedrale tutti i sacerdoti della diocesi per rinnovare le proprie promesse sacerdotali e per consacrare gli olii che vengono utilizzati per i sacramenti, ma con gli obblighi derivanti dal decreto dell’emergenza COVID-19, questa celebrazione viene rimandata. In questa giornata si ricorda quindi l’istituzione del sacramento dell’eucarestia e del sacerdozio ministeriale attraverso il quale il Signore dona tutti i sacramenti. Si potrebbe cogliere l’occasione per pensare al ruolo del sacerdote nella propria vita, se lo considero per la sua umanità, con pregi e difetti, oppure se lo comprendo come colui che mi può aiutare a vivere più profondamente il mio legame con Dio.

Nella Messa in Coena Domini si rivive anche il gesto che Gesù fa con la lavanda dei piedi, segno del servizio che il Signore compie sugli apostoli affinché loro imparino a fare altrettanto e quindi interpella anche ciascuno di noi, se ci facciamo davvero servi gli uni degli altri. Al termine della celebrazione il Santissimo Sacramento viene normalmente riposto in un altare dedicato e opportunamente decorato per l’adorazione: anche qui il decreto non consente di vivere materialmente questo momento, ma non ci impedisce di meditare sulla presenza che il Signore Gesù ha nella nostra vita.

Il VENERDI' SANTO propone una liturgia particolare, quella della Passione di Gesù: ci sono molti gesti che si compiono per entrare nel mistero della Sua sofferenza (la prostrazione iniziale, la lettura del Vangelo secondo Giovanni, l’adorazione della Croce, le intercessioni…) vissuti dall’altare completamente spoglio e in un’atmosfera silenziosa e raccolta.

Con questa celebrazione comincia il silenzio della morte, quello del SABATO SANTO, l’unico giorno dove realmente non viene celebrata in alcun modo la Messa, ma dove è possibile meditare “l’assenza di Dio” per comprendere di quanto bisogno ne abbiamo.

La Veglia Pasquale è la celebrazione principale della Pasqua perché consente di vivere con simboli, gesti, preghiere, canti il passaggio di Cristo dalla morte alla resurrezione: in un itinerario particolare e conclusivo della Settimana Santa i fedeli possono meditare sulla luce che rischiara le tenebre, sull’acqua che purifica e disseta, sul Signore che risolve ogni dubbio, paura, tristezza e angoscia proponendo una via di uscita dalla solitudine verso la comunione.

Ecco, brevemente, alcuni stimoli per vivere la Settimana Santa al “tempo del coronavirus” ricordandoci che nessun decreto ci vieta di celebrarla, anche se ci è impedito riunirci fisicamente, perché Cristo risorge anche nelle chiese e nelle strade vuote, ma soprattutto nei cuori di chi vuole comunque celebrare il Dio della vita. Che quest’anno sia per noi davvero gioioso vivere la Pasqua, questo passaggio innaturale, ma salvifico e quindi davvero efficace: a meno che non ci piaccia di più vivere la tristezza per la mancata pasquetta che fa star bene un giorno, ma che non salva nessuno.

Fonte: Il Cittadino
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