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Udienza di Papa Francesco a CL: la testimonianza dei Genovesi

Nel centesimo anniversario della nascita del Servo di Dio

Udienza di Papa Francesco a CL: la testimonianza dei Genovesi

In piazza San Pietro a Roma, nella mattina di sabato 15 ottobre, proprio in occasione del giorno del centesimo anniversario della nascita del Servo di Dio Luigi Giussani, si è svolta l’udienza di papa Francesco al Movimento di Comunione e liberazione: ad essa hanno partecipato anche un migliaio di aderenti della Liguria di cui trecento giunti da Genova. Il tema che faceva sfondo all’incontro “E’ la vita della mia vita Cristo”, è stato ripercorso in piazza, in attesa dell’arrivo del papa, attraverso canti, testimonianze e anche alcuni brani delle lezioni e degli interventi registrati dall’inconfondibile voce di don Giussani, roca e calda, appassionata e coinvolgente.
E il tema può ben riassumere l’incessante flusso che dal sacerdote originario di Desio in Brianza si é comunicato a migliaia di persone fino al 2005, anno della sua morte, e successivamente ancora fino ad oggi, attraverso chi lo ha conosciuto e continua a riproporne il messaggio e a vivere la compagnia che da lui si é generata.
Don Giussani conosceva bene questa piazza.
Aveva portato qui i suoi ragazzi nella domenica delle Palme del 1975, all’incontro dei giovani con papa Paolo VI, in un momento di disorientamento della Chiesa italiana. Qui aveva incontrato più volte Giovanni Paolo II, con universitari e famiglie lungo gli anni ‘80 e ‘90, fino alla Pentecoste del 1998. L’attuale Presidente della Fraternità Davide Prosperi, salutando Papa Francesco, ha ricordato quando, ancora in questa piazza, nell’occasione del primo incontro mondiale dei movimenti ecclesiali, don Giussani concluse così il suo discorso davanti a Giovanni Paolo II dicendo: «Il vero protagonista della storia è il mendicante: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo», riproponendo così la linea fondamentale del suo programma e consegnandolo al Movimento, “un popolo” che aveva “visto formarsi in nome di Cristo”.
Per questo Papa Francesco, aprendo l’intervento per ricordare i 100 anni di don Giussani, ha voluto sottolineare che “la Chiesa riconosce la sua genialità pedagogica e teologica, dispiegata a partire da un carisma che gli è stato dato dallo Spirito Santo per l’“utilità comune”. Non è una mera nostalgia ciò che ci porta a celebrare questo centenario, ma è la memoria grata della sua presenza: non solo nelle nostre biografie e nei nostri cuori, bensì nella comunione dei santi, da dove intercede per tutti i suoi”.

Questa piazza conosce bene don Giussani.
Gli 80.000 membri del movimento di CL hanno atteso durante la mattinata l’arrivo del papa arrivando da ogni parte d’Italia e del mondo. Ci racconta Enrico, studente di Economia: “Siamo partiti a mezzanotte da Genova: un viaggio carico di adrenalina. Arrivato a Roma quasi alle sei, mi sono trovato ad ammirare i raggi di Sole che battevano sul cupolone: ero inspiegabilmente colpito dalla bellezza che quel gesto stava per concedermi. Grato di essere presente con i miei amici a questo momento. Sì! E’ un momento che ho atteso moltissimo. L’incontro con il carisma di don Giussani è stato il fatto più importante della vita: per questo non potevo immaginare di non esserci” dice Teresina, docente universitario. “La commozione è grande: l’impatto del popolo che è qui, la preparazione fatta di preghiera e di ascolto del don Gius, di alcuni suoi brani con quella voce per me così familiare e così potente, e poi l’incontro con il Papa, lasciano nel mio cuore una gratitudine immensa per la tenerezza del buon Dio che mi ha posta nella Chiesa attraverso il particolare di questa grande storia e un desiderio di corrispondere alle sollecitazioni che il Papa ci ha fatto, quando ci ha detto che “la Chiesa si aspetta molto da noi”. Marina, insegnante di liceo, aggiunge: “Eravamo in piazza con tanti ragazzi di GS (Gioventù studentesca, la proposta di CL per i liceali N.d.R.), anche alunni incontrati da poco. La prima esperienza è stata quella di una piazza stupenda, un abbraccio che ha accolto tutti, indipendentemente da come eravamo giunti lì. Poi l’arrivo del Papa, la gioia di tutti. Ogni divisione vinta nel suo sorriso, nelle braccia tese a salutarlo, nelle parole affettuose. Anche tenere, da padre che indica e consiglia con tenerezza, come tenera è stata la scelta di essere lì proprio il giorno del compleanno di don Gius” E Cristina, una liceale di sedici anni:” si respira un’aria di grande cordialità e amicizia. Il viaggio - che pure è stato faticoso - mi pare che abbia sincronizzato le anime. Prima dell’inizio i ragazzi hanno trovato tanti amici di altre regioni perché in questa piazza c’è un po’ tutta l’Italia e anche amici di tutto il mondo. Uno dei momenti più commoventi è stato il passaggio del Papa a salutarci nei diversi settori della piazza, per la gioia che ha espresso ogni persona in questo momento. Mi sono stupita di vedere donne e signore che ballavano felicemente alle canzoni cantante”.
Ma questa piazza vuole conoscere ancora don Giussani.
Il papa ha chiesto un grande impegno nella fedeltà al carisma del fondatore di CL, facendo delle richieste esplicite e avvertendo dell’urgenza della ricerca paziente e instancabile dell’unità.
Dice ancora Marina “Sono tornata più grata, desiderosa di riprendere sempre, grazie a un carisma più vivo che mai, da imparare di nuovo, da seguire nelle sorprese che ci aspettano, come diceva il papa.” E Cristina aggiunge “La letizia di tutti era palpabile, una unità incredibile. In un mondo ipercritico e reattivo, ognuno nella piazza ha accolto le parole del papa, anche quelle che chiedono di essere migliori, come uno sprone e un abbraccio”.
“In piazza è stata cantata una song scritta dagli amici americani “The things that I see got me cryin’ like a man! Le cose che ho visto mi fanno piangere come un uomo” Il testo della canzone riassume quel che ho vissuto. Mi sono sentito come un figlio, abbracciato dal padre, magari dopo qualche errore, che aspetta fiducioso indicazioni su come poter avere una vita sempre più piena di senso”. Lasciando San Pietro ancora emozionato è questo il pensiero che accompagna Domenico, mentre ritorna a Genova, dove lavora in una multinazionale e dedica il suo (poco) tempo libero alle attività in parrocchia e al Banco Alimentare.
E Siro, responsabile diocesano della Fraternità di CL commenta a caldo la giornata, ancora commosso dall’incontro: “Giussani ci diceva “Vi auguro di non essere mai tranquilli…”: questo è al fondo il desiderio che ho ed è per questo motivo che, pieno di desiderio e di prospettiva buona per la mia vita e per la vita del movimento, sto davanti alle parole del Papa che ci ha detto” …Mi aspetto qualcosa di più da voi. La potenzialità del vostro carisma è ancora in gran parte da scoprire.” Sono parole che, appunto, non lasciano tranquilli ma che esprimono una gratitudine e una grande attesa verso Don Giussani e verso la storia con lui iniziata. Sono parole di fronte a cui stare davanti, senza incasellarle subito in schemi prefissati, ma con apertura e sentendo il calore dell’affetto del padre che ce le ha donate”.

Fonte: Il Cittadino
Udienza di Papa Francesco a CL: la testimonianza dei Genovesi
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