Chiesa e mondo
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Sinodo Amazzonia: no a indifferenza, sì a responsabilità

Forte l’appello affinchè la Chiesa con la sua voce autorevole in ambito morale e spirituale tuteli sempre la vita

Sinodo Amazzonia: no a indifferenza, sì a responsabilità

Con la quarta congregazione si è conclusa martedì 8 ottobre la seconda giornata di lavori del Sinodo speciale per la Regione Panamazzonica. 182 i padri presenti in aula alla presenza del Papa.

Forte l’appello affinchè la Chiesa con la sua voce autorevole in ambito morale e spirituale tuteli sempre la vita, denunciando le tante strutture di morte che la minacciano. No all’individualismo o all’indifferenza che ci fa guardare la realtà da spettatori, come in uno schermo. Sì ad una conversione ecologica centrata sulla responsabilità e su un’ecologia integrale che ponga al centro innanzitutto la dignità umana, troppe volte calpestata.

La situazione inaccettabile del degrado ambientale nella regione panazzomica va affrontata – secondo i Padri Sinodali -  in modo serio da tutta la comunità internazionale, spesso indifferente di fronte allo spargimento di sangue innocente. Le popolazioni native, custodi delle riserve naturali, evangelizzate con la croce di Cristo, vanno considerate come alleate nella lotta ai cambiamenti climatici in un’ottica sinodale, ovvero di cammino “insieme”, in amicizia. Nell’intervento di un delegato fraterno a tal proposito è stata messa in luce la necessità di unire le forze e porsi in dialogo, perché l’amicizia – ha detto – “rispetta, protegge e cura”. Da più parti è arrivato l’invito alla Chiesa a divenire alleata dei movimenti sociali di base, a porsi in ascolto umile e accogliente nei confronti della cosmovisione amazzonica, a comprendere il diverso significato, rispetto alla tradizione occidentale, dato dalle culture locali a simboli rituali.

È stato sottolineato uno sviluppo sostenibile che sia socialmente giusto e inclusivo e combini conoscenze scientifiche e tradizionali, perché il futuro dell’Amazzonia, realtà viva e non museale, è nelle nostre mani. Auspicata inoltre una conversione ecologica che faccia percepire la gravità del peccato contro l’ambiente alla stregua di un peccato contro Dio, contro il prossimo e le future generazioni. Da qui la proposta di approfondire e divulgare una letteratura teologica che includa insieme ai peccati, tradizionalmente noti, i “peccati ecologici”.

Fonte: Il Cittadino
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