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Papa in Romania: società è civile se include i deboli.

Il viaggio apostolico del pontefice durerà dal 31 maggio al 2 giugno 

Papa in Romania: società è civile se include i deboli.

Un invito a “camminare insieme” per il bene comune del popolo rumeno, ricordando che questo richiede la nobiltà di rinunciare a qualcosa della propria visione o del proprio specifico interesse a favore di un disegno più ampio”, per “costruire una società inclusiva” dove “i più deboli, i più poveri e gli ultimi non sono visti come indesiderati”. Papa Francesco inizia così il suo viaggio apostolico in Romania, il 30esimo del suo pontificato, parlando, nel palazzo presidenziale di Bucarest, alle autorità del Paese, quelle “forze politiche, economiche, sociali e spirituali” che chiama a “far crescere la positiva collaborazione” per affrontare “i problemi di questa nuova fase storica”.

Nella sala Unirii del palazzo Cotroceni, dopo il benvenuto ufficiale nel cortile, lo scambio di doni e gli incontri privati con il presidente della Repubblica Klaus Werner Iohannis e il primo ministro, la signora Vasilica Viorica Dancila, il Papa prende la parola dopo il saluto del capo dello Stato. E saluta, con “fraterno amore il mio fratello Daniel”, il patriarca della Chiesa ortodossa rumena .

Francesco rivolge il suo sguardo ai trent’anni trascorsi dalla fine del regime di Ceausescu, che “opprimeva la libertà civile e religiosa” e isolava la Romania “rispetto agli altri Paesi europei, e che inoltre aveva portato alla stagnazione della sua economia e all’esaurirsi delle sue forze creative”.

Durante questo tempo la Romania si è impegnata nella costruzione di un progetto democratico attraverso il pluralismo delle forze politiche e sociali e il loro reciproco dialogo, per il fondamentale riconoscimento della libertà religiosa e per il pieno inserimento del Paese nel più ampio scenario internazionale. È importante riconoscere i molti passi avanti compiuti su questa strada, anche in mezzo a grandi difficoltà e privazioni.

Si può costruire una società inclusiva, nella quale ciascuno (…) diventi protagonista del bene comune; una società dove i più deboli, i più poveri e gli ultimi non sono visti come indesiderati, come intralci che impediscono alla “macchina” di camminare, ma come cittadini e fratelli da inserire a pieno titolo nella vita civile.

La Chiesa Cattolica non è estranea, ma pienamente partecipe dello spirito nazionale, come mostra la partecipazione dei suoi fedeli alla formazione del destino della nazione, alla creazione e allo sviluppo di strutture di educazione integrale e forme di assistenza proprie di uno Stato moderno.

Il Papa conclude il suo primo discorso augurando alla Romania “prosperità e pace” e invocando “sull’intera popolazione del Paese l’abbondanza delle Benedizioni divine e la protezione della Santa Madre di Dio”.

Prima del discorso di Francesco , il saluto del presidente Klaus Werner Iohannis, che prima dell'incontro privato ha ricevuto da Papa Francesco la formella della medaglia del viaggio apostolico. Al centro della medaglia la cartina della Romania e la lettera “M”, a rappresentare la Vergine Maria. Sopra la corona 12 stelle, simbolo del trionfo e della vittoria. La cornice di rose simboleggia la Romania come il “giardino della Madre di Dio”. E' con questo modo, ricorda il presidente, che Giovanni Paolo II ha chiamato questa terra, la terra di sant' Andrea apostolo, nel suo viaggio di 20 anni fa. Partendo, Papa Wojtyla, sottolinea Werner Iohannis, "ci ha lasciato un forte messaggio di fiducia nel futuro del nostro Paese, nel suo destino europeo, nel ruolo della nostra civiltà come ponte tra Occidente e Oriente". Oggi posso dirle, commenta, che questo messaggio ha fruttificato "e la Romania ha ritrovato il suo destino nella famiglia dell’Europa unita".

Fonte: Comunicati stampa
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