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Papa Francesco: "Il vescovo è colui che vigila per difendere il gregge dai lupi"

Dall'omelia della S. Messa celebrata in S. Marta, il punto sul ruolo del Vescovo

Papa Francesco: "Il vescovo è colui che vigila per difendere il gregge dai lupi"

Dall’omelia della S. Messa, celebrata in data odierna, in S. Marta, il Santo Padre ha messo a fuoco il ruolo del Vescovo che è quello che sorveglia, quello che vigila”, è la sentinella, il custode “che sa guardare per difendere il gregge dai lupi che vengono”. La vita del vescovo “è coinvolta con la vita del gregge”. 

Ma il vescovo fa qualcosa di più – ha aggiunto Papa Francesco – come il pastore fa la veglia: “Fare la veglia – ha spiegato – significa coinvolgersi nella vita del gregge: Gesù distingue bene il vero pastore dall’impiegato, da quello che va a pagamento e non gli interessa se viene il lupo e se ne mangia una: non gli interessa. Invece, il vero pastore che fa la veglia, che è coinvolto nella vita del gregge, difende non solo tutte le pecore, difende ognuna, conferma ognuna e se una se ne va o si perde, va a cercarla e la riporta. È tanto coinvolto che non lascia che se ne perda una”.

Il vero vescovo conosce dunque il nome di ciascuna pecora “e questo – ha affermato Francesco, secondo Vatican news – ci fa capire come Gesù ha concepito il vescovo: vicino”. “Quante volte – l’aneddoto raccontato dal Papa – abbiamo sentito: ‘Oh, questo vescovo! Sì, è buono, ma non si prende cura tanto di noi, è sempre indaffarato’, o ‘questo vescovo si immischia negli affari, è un po’ affarista e quello non va’, o ‘questo vescovo si occupa di cose che non vanno con la sua missione’, o ‘questo vescovo è sempre valigia-in-mano, sempre in giro, dappertutto’, o ‘chitarra-in-mano’, ognuno può pensare”. Ma il popolo di Dio, ha commentato Francesco, “sa quando il pastore è pastore, quando il pastore è vicino, quando il pastore sa fare la veglia e dà la propria vita per loro. La vicinanza”. 

Così deve essere la vita di un vescovo, la raccomandazione del Papa, che ha citato l’esempio di San Turibio de Mogrovejo, morto in un piccolo villaggio indigeno, circondato dai suoi cristiani che gli suonavano la chirimía perché morisse in pace. “Preghiamo il Signore perché ci dia sempre buoni pastori, che non manchi alla Chiesa la custodia dei pastori”, ha concluso: “Non possiamo andare avanti senza. Che siano uomini così, lavoratori, di preghiera, vicini, vicini al popolo di Dio … diciamolo in una parola: uomini che sappiano fare la veglia”.

Fonte: Sir
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