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Le Chiese europee sostengono il programma del Consiglio UE

Comece e CEC hanno preparato un documento per condividere quanto illustrato dalla presidenza tedesca

Le Chiese europee sostengono il programma del Consiglio UE

In un documento della Comece (Commissione degli episcopati dell’Ue) e del Cec (Conferenza delle Chiese europee), preparato per “condividere in uno spirito ecumenico e cristiano, alcune riflessioni tematiche e proposte” riguardo le priorità che la Germania ha espresso nel suo programma, si legge un plauso a quanro esposto nei giorni scorsi dalla cancelliera Angela Merkel all’Eurocamera.

E’ il “senso di solidarietà”, il termine chiave che nel documento torna 17 volte, applicato a tutti gli argomenti affrontati.

Riguardo alla priorità numero uno, la crisi generata dalla pandemia, al di là delle questioni economiche, la posta in gioco sarà non “capitolare alla paura, al nazionalismo estremo e agli interessi populisti miopi”.

Il piano di rilancio proposto – dicono le Chiese – “stabilisce una chiara prospettiva per un’Europa che ha l’obiettivo di unirsi, sulla base della solidarietà”, senza dimenticare la protezione dei più vulnerabili nelle nostre società europee”.

Le Chiese, poi, richiamano la necessità che la trasformazione digitale sia “lungimirante e basata sui valori comuni”, in particolare per quel che riguarda gli sviluppi e le applicazioni della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, radicate “in una profonda responsabilità etica”.

Tra le raccomandazioni delle Chiese europee, la prevenzione delle “frammentazioni dello sviluppo dell’intelligenza artificiale negli Stati membri”.

La terza priorità è “un’Europa giusta”, che sappia “promuovere la coesione sociale, la sicurezza e la solidarietà”. “Chiavi” per l’implementazione di questo obiettivo sono “la giustizia sociale, la giustizia ecologica e la giustizia contributiva”.

Quindi serve un bilancio Ue “allineato alle priorità politiche e ai valori dell’Ue”. Importante strumento democratico sarà la “Conferenza sul futuro dell’Europa”, verso la quale fin da ora le Chiese si dichiarano desiderose di “contribuire e partecipare in modo costruttivo e attivo”.

All’Europa arrivano poi precise richieste, in particolare politiche concrete contro la povertà infantile e lavorativa mediante approcci europei comuni, la promozione di un’Europa più “verde”, e basata sulla custodia e la promozione di valori comuni, contro razzismo e discriminazioni.

Fonte: Il Cittadino
Sir
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