La parola
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Domenica delle Palme, Mt 26,14 -27,66

La Passione del Signore

(...) Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

(...) Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c'erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all'entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c'erano Maria di Màgdala e l'altra Maria.
Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore, mentre era vivo, disse: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risorto dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Il momento più cruciale della Redenzione é costituito dalla Passione di Gesù Cristo.
È il momento della espiazione del peccato dell'uomo, di cui il Cristo s'è addossato il fardello.
Come altre fasi della Redenzione pure questa viene profeticamente annunciata, quasi descritta.
Ed é nella Passione che Gesù completa la “spogliazione di se stesso”, la sua missione redentiva in sostituzione dell'uomo, attuata nella sofferenza e nella morte.
La narrazione delle ultime ore dell'umana esistenza del Cristo – dalla istituzione della Eucaristia, alla crocifissione, alla morte, alla sepoltura – fornisce il documento più drammatico ed insieme più intrigante della storia dell'umanità: una svolta decisiva ed impegnativa.

La narrazione della Passione é formata dal materiale evangelico – orale e scritto – più antico. Su di essa infatti è imperniata la prima predicazione apostolica e la riflessione della primitiva comunità cristiana.
Si tratta pertanto non soltanto di un semplice resoconto cronistico degli avvenimenti, ma di una presentazione che rimarca l’attuazione delle profezie veterotestamentarie ed evidenzia le verità teologiche, con la preoccupazione di rispondere pure agli avversari e di fornire un modello di comportamento del cristiano.
Più che ricordarle, le ore della Passione, sono rivissute in profondità, allo scopo di sceverarne, quanto più possibile, l'incommensurabile ricchezza, l'inesauribile splendore.
E tuttavia tutto é sintetizzato, ridotto all'essenziale. Una ricchezza scarna.
Dal momento della Cena – convito di amore, eternato nell'istituzione della Eucaristia – il dramma precipita e sembra travolgere Gesù e i suoi: Gesù che sperimenta tutto il peso dell'umanità, i suoi che si sentono falliti.
L'angoscia sale e s'ingigantisce: nel Getsemani, nel tradimento di Giuda, nell'abbandono dei suoi seguaci, nel rinnegamento di Pietro, nel farraginoso, impietoso, ingiusto processo, nel tragitto al Calvario, nella crocifissione, nell'agonia, nella morte.
L'annientamento di Cristo-Uomo è completo. Tutto viene chiuso in un sepolcro.
Ma é proprio tutto l'annientamento, che viene sigillato nel sepolcro, è la ricchezza salvifica della Passione, della sofferenza di Cristo: ha già ribaltato la storia.
L'annientamento di Cristo ha soppiantato tutte le presuntuose impennate dell'uomo, dalla prima all' ultima. L’ora, in cui Dio salva il mondo, coincide con l’ora in cui le apparenze mostrano il mondo che seppellisce Dio. È la gloria della Passione.

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