La parola
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II lettura di domenica 14 giugno - Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (anno A)

Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane. 

Da Corinto è giunta una interpellanza: i cristiani possono partecipare a banchetti pubblici, nei templi pagani, in cui vengono ammannite carni immolate agli idoli?

Non è lecito, ha già scritto Paolo. Ed ha spiegato, facendo appello all’assennatezza dei suoi corrispondenti: è illogico e incoerente partecipare alla mensa di Cristo e similmente prender parte alla mensa idolatrica, che mette in “comunione con i demoni” (v. 21).  O si cerca la comunione con Cristo o si cerca la comunione con gli idoli, i demoni.

Quindi prosegue il discorso ponendo due interrogativi che intendono provocare la fede dei Corinti.

Il primo interrogativo riguarda “il calice della benedizione” della mensa del Signore. “Il calice della benedizione” era la terza coppa rituale di vino, l’ultima della cena pasquale ebraica, con cui il capofamiglia, elevandola, pronunciava la benedizione sui commensali. Quel calice Gesù, capofamiglia dell’Ultima Cena, aveva presentato con nuovo valore: calice del suo sangue.

Da quel momento “il calice della benedizione” per i cristiani è il calice del sangue di Cristo. E affidato al ministero degli Apostoli, tra i quali Paolo (“noi”) affinché lo consacrino, invocando la potenza dello Spirito Santo (“benediciamo”) e ripetendo le stesse parole di Gesù, per suo mandato.

 “Il sangue” concettualmente è sinonimo di vita; “dare il sangue” significa dare la vita; quindi parlare del “sangue di Cristo” è parlare della sua vita divina e della sua morte sacrificale e salvifica: i cristiani allora diventano partecipi della sua vita divina e del valore redentivo del suo sacrificio: una “comunione”, che non può coesistere con comunioni idolatriche di qualsiasi genere.

La mensa del Signore si caratterizza anche con “il pane” che – per dichiarazione di Gesù stesso – “è il suo corpo”, cioè la sua persona.

 “Il pane spezzato” è espressione caratteristica nella prima comunità cristiana per designare l’Eucaristia, in riferimento ai gesti di Gesù nell’Ultima Cena e con i discepoli di Emmaus. Gesù è “il pane spezzato” nella morte, “il pane spezzato” per essere condiviso. Gesù è “l’unico pane” vero, offerto “in comunione”: una comunione perfetta, che trasforma i credenti in un unico corpo, con Gesù e fra loro.

Fonte: Il Cittadino
II lettura di domenica 14 giugno - Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo
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