La parola
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3a domenica d’Avvento, Lc 3,10-18

E noi che dobbiamo fare?

Gesù viene: è l'Avvento del Signore, il suo arrivo promesso, desiderato e ora vicino. L'evento più straordinario vissuto dal mondo e dalla storia umana. Il Dio eterno decide di entrare nel tempo, la Parola unica e pura decide di scomporsi nella molteplicità e poliedricità delle parole umane. Giovanni inizia a predicare nel deserto della storia umana, nell'aridità di tanti cuori che non aspettano più niente.

E noi che dobbiamo fare?

Gesù viene: è l'Avvento del Signore, il suo arrivo promesso, desiderato e ora vicino. L'evento più straordinario vissuto dal mondo e dalla storia umana. Il Dio eterno decide di entrare nel tempo, la Parola unica e pura decide di scomporsi nella molteplicità e poliedricità delle parole umane. Giovanni inizia a predicare nel deserto della storia umana, nell'aridità di tanti cuori che non aspettano più niente. Il deserto umano è fatto di delusi, di cinici, di persone che vivono solo per tutto ciò che può soddisfare l'immediato di un desiderio evanescente. Il deserto umano è popolato di persone che non aspettano perché satolli, pieni di ogni cosa, zeppi di parole e di relazioni spesso superficiali, tanto è la quantità che conta, e non tanto la qualità per i più. Sazi ma non liberi da un'avidità insaziabile che spinge a rubare, accumulare, usando mille furbizie più o meno nascoste. Gli abitanti del deserto umano spesso non guardano verso il futuro se non per prevedere un guadagno ulteriore, se non per assicurarsi una vecchiaia (ma chi è sicuro di arrivarci?) senza sorprese e preoccupazioni di sorta, tanto è il benessere che si è accumulato e sul quale si può contare. Gesù, raccontando un giorno la parabola del ricco agricoltore che a causa di un raccolto strepitosamente abbondante vuole costruire altri magazzini, definisce 'stolto' questo approccio alla vita, insulso. Il sapiente, chi sa vivere, è colui che sa condividere quanto ha, che non ha paura di lasciare un margine di imprevisto nella sua vita perché sa aspettare e sperare in Colui che viene, sa attendere con amore Chi riempie la nostra vita di luce e di gioia. La settimana scorsa Giovanni parlava della necessità di un 'battesimo di conversione' per prepararsi bene ad accogliere il Signore vicino. Qualunque sia il contenuto che diamo a questa parola, veniamo quasi spiazzati dalla semplicità e dalla schiettezza con cui ci parla la pagina evangelica di questa terza domenica di Avvento. Folle intere di persone accorrono da Giovanni, personaggi pubblici (pubblicani) di reputazione dubbia, soldati. Tutti hanno qualcosa da chiedere a Giovanni il Battezzatore. Partono dalle loro case, dalle loro città piene di ogni cosa. Manca forse loro l'opportunità di istruirsi nelle zone dove vivono? Manca forse alla nostra gente di oggi l'opportunità di trovare la risposta ad una qualsiasi domanda nella frazione di secondo che ci impiega una pagina Internet ad aprirsi? Ci mancano forse innumerevoli tuttologi che in ogni canale televisivo, ad ogni ora del giorno e della notte sono pronti a distribuire le loro 'sagge' sentenze su qualsiasi aspetto del vivere umano? Improvvisati docenti senza titoli e senza esperienza, che vengono interrogati ed ascoltati come persone autorevoli solo perché hanno vinto una insulsa gara di sopportazione vicendevole durata cento giorni sotto gli occhi di tutti. Allora come oggi, la gente fa chilometri per andare ad interrogare l'uomo del silenzio, il profeta delle solitudini, che nel deserto ha affinato la sua capacità di ascolto della Parola e quindi di fornire risposte profonde e soprattutto vere alla gente. Da lui la gente va per trovare risposta alle proprie domande profonde. E nelle risposte, l'invito alla conversione appare in tutta la sua limpidezza e semplicità, un progetto di vita alla portata di tutti. Giovanni non chiede eroismi, non risponde dicendo che dobbiamo compilare formulari lunghissimi e complicatissimi, non ci fa conoscere un Dio che richiede da noi gesti impensati e fatiche erculee. Espone un progetto di giustizia umana e di sobrietà, impressionante nella sua semplicità. Non maltrattare il prossimo, non chiedere più di quanto ci corrisponde per il lavoro svolto, non essere avidi, dividere tutto ciò che abbiamo con chi non ne ha. 'Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha'. Basterebbe questa frase per mettere in crisi tutto il sistema economico su cui si basa il nostro mondo occidentale. Altro che costruire magazzini enormi per sé! Perché alcune famiglie devono avere fuoristrada, berlina, utilitaria e scooter mentre alcune non hanno nemmeno la possibilità di acquistare una bicicletta? Perché alcune persone hanno bisogno di una stanza intera per riporre in ordine il proprio guardaroba mentre alcune famiglie vivono con tutti i loro membri e possedimenti in una stanza sola? Tutte le nostre scuse svaniscono ed impallidiscono. Non c'è bisogno di dare risposta a queste domande, non abbiamo seguito l'invito-risposta del Battista, non abbiamo mai preparato il nostro cuore per la venuta del Signore Gesù in modo adeguato. Ciò che ancor più sorprende, è che al sentire delle ricette di vita tanto semplici e schiette quanto improponibili per l'avidità e l'egoismo umani di ogni tempo e latitudine, la gente pensi tra sé di essere di fronte al Messia. L'Unto di Dio, il Re di pace, l'Eletto Cristo era stato promesso dai profeti e le sue caratteristiche assomigliavano tremendamente a quelle con cui si presentava Giovanni. Il Messia alla sua venuta avrebbe avuto la forza di stabilire sulla terra un regno nuovo, diverso qualitativamente, in cui non ci sarebbe più stata disugliaglianza e soprusi, in cui la violenza avida sarebbe stata bandita e l'amore generoso e disinteressato per ogni fratello e sorella in necessità l'unica legge. Il Messia avrebbe veramente spianato i colli degli orgogliosi e ricolmato le valli in cui i derelitti erano stati fatti sprofondare. Il Messia viene per ristabilire la Giustizia, quella vera. Non la giustizia imposta con le armi dai vincitori più forti, non la giustizia di una parte della società, prontamente cancellata o ribaltata quando al potere sale l'altra parte della società; piuttosto la Giustizia che è relazione giusta, rapporto sereno, retto, fiducioso e amorevole tra Dio e il suo popolo, e di conseguenza tra tutti i membri del popolo dei credenti, costituiti veramente come fratelli e sorelle tra loro. Giovanni si schermisce, si nasconde, e fa emergere la verità quando dice di non essere il Messia atteso. Gli è simile, come gli è simile e somigliante ogni credente che prenda sul serio il programma di vita tracciato dal profeta battezzatore, programma di Avvento, programma di vita valido per tutti, in vista dell'incontro profondo, vero e definitivo con il Bambino di Betlemme, nostra luce e nostra gioia.

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