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L’Europa chiede riforme

L’Italia è chiamata ad accettare il Recovery Fund e il MES

La Commissione europea nelle previsioni economiche d'estate rivede al ribasso le stime del Pil per il 2020 e conferma che il nostro paese è il peggiore in Europa con un arretramento dell'11,2%, con un peggioramento rispetto al 9,5% indicato due mesi fa. Anche per l'Eurozona l'impatto della pandemia da Covid19 si conferma più grave delle previsioni più pessimistiche con un calo dell'8,7 % in crescita rispetto alla stima di aprile che si fermava al 7,4 %. I paesi più colpiti dalla crisi, oltre al nostro, sono la Spagna e la Francia che registreranno rispettivamente un calo del 10,9 e del 10,6 per cento. Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, in occasione della presentazione dei dati, ha dichiarato che gli effetti della pandemia sono stati devastanti, e alla luce di questi drammatici dati è necessario raggiungere rapidamente un accordo sul Recovery Plan che sarà al centro del summit del 17 e 18 luglio.

L'incontro tra il premier Giuseppe Conte ed il suo omologo olandese Mark Rutte non ha dato i risultati sperati ma solo una timida apertura che potrebbe offrire uno spiraglio nel difficile negoziato in corso. Rutte ha chiesto riforme, e, anche a nome degli altri paesi del Nord, precise "garanzie" insistendo sul tema delle "pensioni e della riforma del lavoro", in particolare su Quota100.

Rutte ha lungamente discusso anche sul fatto che, terminata la fase dell'emergenza, l'Italia dovrà risanare i conti e portare avanti una decisa lotta all'evasione fiscale accompagnata da un ammodernamento della giustizia e dell'istruzione. Il negoziato sul fondo da 750 miliardi di euro sembra in una difficile fase di stallo.

In questo senso hanno destato molta preoccupazione le parole di Angela Merkel che, in vista del prossimo vertice tra i leader europei, ha proposto che le misure suggerite nelle Raccomandazioni semestrali di Bruxelles diventino più vincolanti e vengano votate a maggioranza dal Consiglio Ue trasferendo così potere decisionale ai governi nazionali consentendo a Rutte, Kurz e agli altri nordici di confermare ai loro elettori che le decisioni definitive non saranno prese da un'istituzione considerata troppo morbida. Non aiuta l'elezione a presidente dell'Eurogruppo dell'irlandese Paschal Donohoe, al posto della designata candidata spagnola Nadia Calvino che era sostenuta da Italia, Francia, Germania e Portogallo, che sposta gli equilibri dei vertici europei in favore dei conservatori. Il premier Giuseppe Conte ha ribadito che "Salvare il mercato comune europeo è l'interesse di tutti. Merkel lo ha capito. Lo capiranno anche i frugali”. Conte continua a ripetere, sembra quasi a se stesso, che "L'Italia sta facendo le riforme non perchè lo chiede l'Europa, ma perchè servono agli italiani.

Come dimostra il dramma della cassa integrazione" dimenticando però che di fatto il governo sta portando avanti un piano non dichiarato di nazionalizzazioni, dall'Alitalia all'Ilva. La tentazione di creare un nuovo "stipendificio" per amici, sodali e parenti è forte tra i politici ed i partiti che sostengono la maggioranza basta sfogliare l'elenco delle nomine degli ultimi due anni in cui si possono trovare ex compagni di scuola e di calcetto, amici, collaboratori e congiunti di ogni ordine e grado.

L'Italia ha bisogno del Recovery Fund e di tutte le risorse messe a disposizione dall'Europa, incluso il Mes, per riemergere dalla crisi della pandemia e diventare più forte; i soldi Ue non possono e non devono risolvere vecchi problemi di debito ma devono essere utilizzati per investimenti di lungo respiro rilanciando l'economia, sviluppando le infrastrutture e creando posti di lavoro sicuri. L'Europa si sta concentrando su grandi strategie scommettendo sull'idrogeno per centrare gli obbiettivi climatici del Green deal coinvolgendo praticamente tutti i settori industriali, dal siderurgico alla chimica fino ai trasporti su gomma, navi ed aerei. L'Italia deve sfruttare questa occasione partendo dall'Ilva che dovrebbe trasformarsi in un'impresa completamente verde alimentata dall'idrogeno con l'aiuto delle risorse europee e nazionali.

E' necessario decidere se l'Italia vuole affrontare i sacrifici indispensabili per garantire un futuro sereno e solido alle nuove generazioni o se vuole soltanto trovare un sistema per sopravvivere e rimandare nel tempo i problemi senza dimenticare che la crisi economica e sociale causata dalla pandemia ha cambiato completamente lo scenario e non decidere azioni e interventi radicali potrebbe causare un disastro da cui il nostro paese potrebbe non riuscire più a rialzarsi se non a prezzo di indicibili sacrifici per i giovani, le famiglie e le fasce più fragili della popolazione.

Fonte: Il Cittadino
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