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In Italia e in Europa aumentano i prezzi

Non tutti i Paesi sono allineati sulla riduzione di deficit e debito pubblico

La presidente Ursula Von der Leyen, a metà del suo mandato, nel suo discorso sullo stato dell'Unione tenuto a Strasburgo in occasione della seduta plenaria del Parlamento europeo ha tracciato un bilancio di questi difficili trenta mesi segnati dall'emergenza sanitaria ed economica causata dalla pandemia da Covid19 e ha individuato i nuovi obbiettivi da raggiungere in particolare la riforma del Patto di stabilità ed il progetto di Difesa comune. Si tratta di progetti molto ambiziosi e difficili da raggiungere in un momento in cui la Von der Leyen è destinata a perdere il supporto di Angela Merkel e rischia che il suo partito Cdu esca dal governo.
In questo senso sono da leggere le parole rivolte al premier Mario Draghi con cui la Presidente della Commissione ha sottolineato: "Avremo bisogno delle conoscenze di Draghi e del suo parere per la ripresa comune europea e non vedo l'ora di cooperare con lui". Il disastro afgano ha messo in luce come sia necessario dare corpo ad un battaglione comunitario con almeno 5-6 mila unità, dotati di navi, aerei e reparti per la cybersicurezza, con una base permanente ed un comando di lungo periodo, almeno triennale.
Questo perché l'Europa possa essere in grado di fare di più in autonomia. La pandemia ha anche messo in evidenzia i drammatici limiti del Fiscal compact e la necessità di una rapida revisione del Patto di stabilità, con regole che sono state sospese fino al 2022 ma che la Von der Leyen ribadisce che devono essere cambiate prima di quella scadenza.
"Nelle prossime settimane avvieremo il dibattito sul riesame della governance economica, per costruire ben prima del 2023 un consenso sulla via da seguire", con Paolo Gentiloni, commissario all'Economia, che conferma: "Sarà difficile raggiungere il consenso se ragioniamo come se fossimo all'inizio di una discussione sulle regole tipica degli anni precedenti la crisi, mentre è chiaro che siamo di fronte a sfide completamente nuove" e la necessità di superare i dissensi con i paesi frugali del Nord ed in particolare con Austria e Olanda.
Paolo Gentiloni è impegnato nella ricerca del supporto necessario per fronteggiare l'attacco di questi paesi che in occasione della riunione dell'Eurogruppo che si è tenuta in Slovenia, con una lettera indirizzata all'Ecofin, e sottoscritta da otto ministri delle Finanze, si sono dichiarati assolutamente contrari all'idea di allentare le regole su deficit e debito pubblico.
Di fronte alla volontà di questi paesi, guidati dall'Austria, di bloccare sul nascere ogni tentativo di ragionare sul Patto di stabilità, è intervenuto il vicepresidente della Commissione Dombrovskis, di solito molto rigido sul rispetto di queste regole, che ha assunto una posizione più possibilista: "Ci serve una riduzione del debito per tutti gli Stati membri e sarà necessario bilanciare la nostra sostenibilità fiscale con la necessità di sostenere la ripresa economica", anche perché sarebbe assurdo ed irrealistico non tenere conto del fatto che le condizioni di partenza sono completamente cambiate rispetto a quando il Trattato è stato approvato in un'epoca in cui il debito pubblico dell'Ue era mediamente al 60% contro l'attuale 100%.
Joseph Stiglitz, tra i massimi economisti Usa e premio Nobel, ha recentemente riconfermato: "I limiti imposti dal Patto di stabilità non hanno senso. Importa solo che l'Ue cresca, anche usando la spesa pubblica come sta facendo in questo momento".
La posizione di Stiglitz assume particolare importanza di fronte alla presa di posizione dei leader europei più conservatori che chiedono interventi per fermare l'aumento dei prezzi come promesso da Markus Soder, leader della Cdu, che in vista delle prossime elezioni ha dichiarato: "Serve un freno all'inflazione, un tetto massimo oltre il quale un intervento diventi obbligatorio", dimenticando però che ad oggi gli economisti non riescono neppure a capire, a causa degli effetti della pandemia da Covid19, se ci troviamo di fronte ad un fenomeno temporaneo o strutturale.
L'aumento dell'inflazione nell'Eurozona ha toccato il 3 %, dato che non si vedeva da oltre 10 anni, ed è diventato in Germania il tema centrale nella sfida per il dopo-Merkel.
In un contesto così complicato ma al tempo stesso ricco di opportunità, con le famiglie ed i giovani che devono affrontare nuovi problemi legati all'aumento del costo della vita quotidiana, in particolare delle forniture indispensabili di luce e gas che potrebbero crescere di oltre il 40 %, è necessario fornire all'esecutivo il massimo supporto da parte di tutte le forze politiche per affrontare le sfide a Bruxelles, che saranno determinanti per la qualità della vita dei cittadini nel futuro e per garantire la ripresa del paese.
La prossima imminente tornata elettorale non deve diventare uno sterile e sciocco terreno di scontro per ottenere piccoli vantaggi elettorali e creare nuove difficoltà ad un governo che deve dedicare tutto il suo tempo e le sue energie alle sfide che è chiamato ad affrontare.

Fonte: Il Cittadino
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