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The Party

Regia di Sally Potter

The Party

Londra ai giorni nostri: Janet è in attesa di alcuni amici con i quali festeggerà la sua nomina a Ministro della salute; con lei in casa vi è suo marito Bill, docente universitario che ha rinunciato a una brillante carriera per appoggiare quella di sua moglie. Tutto dovrebbe andare per il meglio, ma un'inattesa rivelazione sconvolgerà le esistenze di tutti.

Sally Potter (suo il film “Orlando” che negli anni '90 aveva riscosso un enorme successo) firma un'opera a metà tra la commedia più nera e la tragedia. L'ambiente è quello politico e intellettuale che dovrebbe rispecchiare ideali e raffinatezze, ma che nasconde invece gravi ipocrisie e una buona dose di cinismo. I sette personaggi della storia sono emblematici di questioni molto dibattute negli ultimi tempi: dalla finanza spregiudicata, al tradimento, alle coppie gay, la fecondazione in vitro, alla new age. Basti qui ricordare che “party” può stare sia per “festa” che per partito politico. Basta però una confessione perché tutto vada in pezzi e si riveli, dietro la maschera di un'apparente raffinatezza, un'ipocrisia imperante e un'ideologia assai fragile. L'impianto è quello teatrale che ricorda “Carnage” di Roman Polanski, ma con una regia tutta in bianco e nero e ambientato in un interno “casalingo” che diventa sempre più claustrofobico. Il cast non poteva essere scelto meglio, con una Kristin Scott Thomas perfetta nella parte di Janet. “The Party” è un'opera che sa essere anche molto ironica e non mancano battute davvero divertenti e argute, ma che richiede un pubblico preparato per i temi complessi che mette in campo e che non mancheranno di far discutere.

Fonte: Il Cittadino
The Party
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