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Al cinema - 200 metri

Regia di Ameen Nayfeh. Interpreti principali: Ali Suliman, Anna Unterberger, Motaz Malhees, Lana Zreik. Durata 96 minuti.

Al cinema - 200 metri

Mustafa e Salwa sono marito e moglie con tre figli. Si vogliono molto bene, ma sono costretti a vivere a 200 metri di distanza l'uno dagli altri, in due villaggi palestinesi separati dal muro. La sera però Mustafa accende le luci della sua terrazza e parla con i suoi figli e sua moglie. La loro vita è resa molto complicata dalle leggi sui permessi per spostarsi, finché un giorno uno dei bambini di Mustafa ha un incidente; il padre fa di tutto per raggiungerlo, ma per oltrepassare il muro è costretto a viaggiare per 200 km, affidandosi a dei contrabbandieri. Tra i viaggiatori si inseriscono un ragazzo palestinese con un'amica tedesca, i quali sembrano avere intenzioni poco chiare e causeranno momenti di panico.
Film d'esordio del palestinese Ameen Nayfeh, "200 metri" è ambientato a Tulkarem, una cittadina in Cisgiordania (con il secondo campo profughi più grande della Palestina) circondata da quella che viene chiamata "barriera di separazione israeliana" lunga 700 km e che gli abitanti di Tulkarem non possono attraversare senza un permesso speciale delle milizie israeliane. L'opera di Nayfeh era stata presentata al Festival di Venezia nel 2020, nella sezione Giornate degli Autori, dove era stato accolto con grande favore ottenendo un Premio collaterale, ma solo ora esce nelle nostre Sale cinematografiche. Il film mostra efficacemente le difficoltà della vita quotidiana che si snoda attraverso la trafila al checkpoint, dove per una qualsiasi banalità il permesso di oltrepassare il muro può essere revocato. Lo stesso Mustafa appartiene alla schiera di coloro che non accettano il visto di lavoro israeliano; una scelta che crea dissapori tra lui e Salwa, sebbene si amino e amino i loro figli. "200 metri", sebbene all'inizio sia un po' lento, si rivela coinvolgente e con una tensione crescente; soprattutto ha il grande merito di mostrare la follia di certe decisioni che incidono sulla vita di tutti e come non mai in questo momento, sembra l'emblema di quella pazzia di cui parla anche Papa Francesco nel voler creare divisioni, conflitti e terrore, anziché adoperarsi per la convivenza pacifica tra gli uomini.
Film dunque di spessore etico e fortemente simbolico, capace di suscitare riflessione e, nonostante alcune ingenuità, non manca di mettere in luce la necessità del dialogo e di trasmettere infine una luce di speranza.
Mariangela Grilli

Fonte: Il Cittadino
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