In Italia e nel mondo
stampa

Sparatoria di Macerata: costruire argini all'intolleranza

Preoccupante escalation di xenofobia

Sparatoria di Macerata: costruire argini all'intolleranza

Per favore non fermiamoci ad archiviare il gesto folle di chi ha sparato a Macerata su un gruppo di migranti con la scritta “ad opera di una persona disagiata con disturbi psichici” e andiamo avanti! Non nascondiamoci che atteggiamenti più o meno violenti, scritti o gridati, sono diffusi in tutto il paese. Se, come nel caso di Macerata, ci sono schegge impazzite, non facciamo finta di niente! Oggi si spara sui migranti, domani qualcuno potrebbe sparare ovunque e contro chiunque! C’è un’escalation non tanto nascosta che ci deve far riflettere e pensare alla sicurezza, non gettando i riflettori su chi ci fa comodo ma su chi lavora, sempre meno nell’ombra, contro i valori della democrazia, della giustizia sociale, del rispetto reciproco, della convivenza degna dell’aggettivo “umana” o del semplice buon senso. Xenofobia e intolleranza sono diffuse e purtroppo fomentate da una informazione non sempre corretta, da un allarmismo non giustificato, da una paura indotta, da una réclame insistente di essere invasi, minacciati addirittura nell’“identità” e nella "razza". Ma quale identità può avere un popolo che per tradizione e Costituzione mette al centro la persona e poi si tradisce non sapendo promuovere una cultura di convivenza e di coesione sociale che superi barriere e differenze? E questo soprattutto nei confronti di fenomeni obiettivamente inarrestabili e che altro non sono che il prodotto di azioni, di scelte politiche che nel lungo tempo hanno seminato disuguaglianza e conflitti in nome di interessi e favori che nonostante proclami e impegni scritti continuano a tradursi come ingiustizia, come calpestio dei diritti, tutto il contrario di quella che dovrebbe essere e definiamo “umanità”.

Siamo ormai intrappolati in una mentalità di fastidio dell’altro, individualista, indifferente ed egoista che in questi tempi si traduce in una campagna elettorale in cui, da parte di alcuni, pare che il problema principale della nazione sia quello dei migranti. A fini di consenso si parla di espulsioni di massa. Ma già il termine espulsione è fuorviante, accecante e odora di cattiveria, di istigazione solo per arrivare alla poltrona… e poi? In genere l’espulsione è decisione che si pratica sui campi di calcio quando qualche giocatore è colpevole di gioco scorretto; possiamo forse attribuire ai migranti la colpa di gioco scorretto che altro non è che fuga costretta da azioni ben più criminali, legate a conflitti, a corruzione, al saccheggio di risorse naturali che dovrebbero essere ridistribuite equamente ai popoli che le possiedono?  I problemi del paese sono altri: il debito pubblico, la distribuzione dei redditi, il welfare, gli sprechi della politica, la corruzione, le inefficienze amministrative, la competitività, la salvaguardia dei beni comuni.  Manca un progetto per lo sviluppo che consenta al Paese di guardare al futuro senza, ad esempio, costringere i giovani ad emigrare. In Italia si emigra come negli anni del dopoguerra. Il Centro Studi Idos stima che nel 2016 285mila italiani abbiano lasciato il loro Paese di nascita. Nel dopoguerra erano 300mila. Ad andarsene sono soprattutto laureati e dottorandi in cerca di migliori condizioni lavorative: i “migranti economici” dell’Italia. Sono più degli stranieri che sbarcano sulle nostre coste: 181mila nel 2016, 114.606 nel 2017, quindi con un calo del 32% Manca un progetto che partendo da coerenza e coesione coinvolga veramente tutti i cittadini in azioni collettive che mirino davvero al bene del paese: non basta promettere di distribuire qualche bonus e abbassare qualche tassa. I cittadini attivi sono una forza essenziale (e quanti ne abbiamo a Genova in tanti settori!) per spingere le nostre istituzioni ad essere coerenti, per riconoscere realtà, situazioni e bisogni, per scegliere azioni per il bene di tutti. Non serve sparare, a fatti e a parole, sui migranti; serve dirci chiaro che in un paese civile dove crescono le disuguaglianze, dove scarseggia il lavoro, dove si sfasciano le famiglie anche e soprattutto per motivi economici, minando quei processi educativi che sono alla base della convivenza sociale, dove si gioca d’azzardo per le casse dello stato e per le tasche dell’usura, ci saranno sempre violenze, disagi, rigurgiti di odio, bullismi e prevaricazioni. Serve un progetto di equità e coesione a partire dal basso.

Vien voglia di parlare di società civile, di vera politica, di sicurezza non legiferata ma basata sulla buona disponibilità e sul buon senso dei cittadini. Vien voglia, e lo faremo, di diffondere i tanti gesti positivi, costruttivi e far conoscere le tante, tante persone che li compiono quotidianamente nella nostra città. A queste persone chiediamo di perseverare e di saper individuare e percorrere le strade di un futuro senza spari, senza minacce ma con valori ed impegni che siano garanzia del bene comune.

Fonte: Il Cittadino
Sparatoria di Macerata: costruire argini all'intolleranza
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento