In Italia e nel mondo
stampa

Morti sul lavoro: dati allarmanti

La sicurezza richiesta e proclamata non viene applicata nella realtà

Morti sul lavoro: dati allarmanti

«Senza controlli e regole chiare si continuerà a morire. Come e più di prima».

Questa dichiarazione è stata rilasciata dal magistrato Raffaele Guariniello, che ha impiegato una vita alla lotta per la sicurezza sul lavoro. La dichiarazione è tremendamente vera per quello che sta accadendo in questi ultimi giorni in Italia. I morti sul lavoro sono aumentati e quotidianamente si registrano casi tragici, che per le famiglie colpite sono eventi tremendi che si porteranno dietro per tutta la vita.

La sicurezza sul lavoro sempre richiesta da tutti e proclamata anche dalle istituzioni non trova la sua applicazione nella realtà della quotidianità; anzi, si va avanti alla giornata affidandosi al caso, all'esperienza, all'abbiamo fatto sempre così, e si scordano di applicare le più elementari norme di sicurezza prima di intervenire in un'attività semplice e a rischio.

Ma perché deve succedere a me? Ho sempre fatto così! E non tengo conto della mia sicurezza e di quella altrui in forza del profitto a tutti i costi.

La vita è sacra, nessuno ha il diritto di abusare di questo dono e giocarselo per una disattenzione o per non rispettare le più elementari norme di sicurezza, in virtù dell'urgenza di finire e o fare un lavoro.

La sicurezza sul lavoro ha delle regole ben precise e vanno applicate, anche se queste hanno un costo. Un costo che permette di lavorare in sicurezza e preservare l'integrità fisica dei lavoratori.

Un costo, anzi, un investimento che permette di far crescere l'impresa e con essa di far crescere una nazione verso un progresso civile che tuteli la dignità delle persone garantendo loro il diritto al lavoro e alla tutela della loro salute.

La salvaguardia dell'integrità fisica dei lavoratori è un obbligo fondamentale di ogni impresa che voglia far progredire la società, fare profitti e svilupparsi nella competitività globale.

La globalizzazione dei mercati ha imposto un ritmo sempre più veloce per il lavoro ma non ha abolito la sicurezza sul lavoro anzi le norme, le leggi ci sono e vanno applicate. Però occorrono anche i controlli da parte degli Enti preposti a questo compito di verifica. Occorre e fortemente! Ormai è dimostrato che se non ci sono controlli si evade molto volentieri e ci si inventano modi e metodi di lavoro che non tengono conto della tutela dell'integrità fisica del lavoratore.

Controllare che si applichino le leggi e reprimere e condannare chi non rispetta le più elementari norme di sicurezza è dovere di giustizia. Lo Stato deve essere il controllore attivo e presente nel mondo del lavoro incentivando chi le rispetta e punendo severamente chi le ignora.

I dati che giornalmente si registrano sono tragici. Una volta si diceva che le morti sul lavoro se non sono più di una nel medesimo momento facevano poca notizia. Quanto è più falso di questo modo di pensare e agire. Anche la perdita di una sola vita umana e una grave tragedia civile.

Non è giusto che un uomo o una donna al mattino si svegli si rechi al lavoro e non sappia se tornerà a casa la sera a fine turno di lavoro per la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro. La sacralità della vita umana è un punto fermo ed irrinunciabile per una comunità civile.

Nel pessimismo della dichiarazione di Guariniello occorre trovare uno stimolo da parte di tutti gli attori del mondo del lavoro perché non accadano più eventi tragici di morti sul lavoro, delle quali si parla per qualche giorno e poi tutto viene acquisito come normale. Normale non è assolutamente è una anomalia che si verifichino queste tragicità. La competitività si misura anche nel lavorare rispettando le norme di buona tecnica e di sicurezza per la salvaguardia dell'integrità fisica dei lavoratori.

Il datore di lavoro sarà un imprenditore serio e di lungimiranza se farà sì che il proprio ambiente di lavoro sarà sicuro e scevro da rischi per i prestatori d'opera.

Il lavoratore se inserito in un ambiente sicuro darà la sua prestazione serenamente e potrà contribuire alla crescita aziendale pienamente con responsabilità verso la società di cui ne è attore consapevole.

Dire “basta morti sul lavoro” ha poco significato se di seguito non vi sono i fatti concreti di un cambio di rotta nel comportamento quotidiano nelle attività lavorative. Ogni mansione potrebbe presentare un rischio ma tale rischio va analizzato e rimosso.

La valutazione dei rischi è un elemento fondamentale per prevenire e proteggere i lavoratori e salvaguardare l'impresa.

La valutazione e la presa di coscienza dei rischi non è sufficiente occorre passare all'applicazione delle misure di sicurezza per la tutela della salute. Nessuno è esonerato da questo procedere.

Non si può registrare e basta il numero degli eventi tragici sul lavoro, si deve con coscienza operare per il bene comune evitando danni irreparabili a chi presta la propria opera quotidianamente e ha il diritto alla sicurezza sul lavoro.

Fonte: Il Cittadino
Morti sul lavoro: dati allarmanti
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento