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Famiglie: continua ad aggravarsi la povertà

Situazione economica più rosea nel paese ma non si può abbassare la guardia

Famiglie: continua ad aggravarsi la povertà

Il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2018 ha ritenuto opportuno e doveroso sottolineare con forza come "l'uscita dalla recessione e la ripresa non pongono infatti ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante famiglie" riprendendo un tema tante volte evidenziato dalla Chiesa che ogni giorno si trova ad affrontare "sul campo" le infinite problematiche legate alle difficoltà economiche di un numero sempre maggiore di famiglie che dall'inizio della crisi hanno visto di giorno in giorno aggravarsi il livello della loro povertà e non hanno in nessun modo beneficiato della ripresa, ancorchè modesta,  in atto.

Il presidente Buscema ha anche notato come "il miglioramento dei risultati economici e dei conti pubblici conseguito dall'Italia negli ultimi anni non consente di abbassare la guardia" ribadendo come l'attuale quadro della finanza pubblica ci impone di non proseguire oltre il percorso fino ad ora intrapreso di un costante drammatico aumento del debito pubblico per assicurare i necessari livelli di servizi alla collettività ma di individuare nuovi indirizzi virtuosi che siano rispettosi anche di un maggior equilibrio intergenerazionale nella ripartizione degli oneri.

In un clima di assurde e irresponsabili promesse di una campagna elettorale in cui tutti i partiti indicano una drastica riduzione delle imposte e un forte incremento degli investimenti pubblici il presidente Buscema ricorda come queste due azioni combinate non siano possibili perchè già oggi ci troviamo in una situazione in cui è in atto  "una compressione della spesa in investimenti pubblici talmente forte da creare preoccupazione per lo stesso mantenimento del capitale fisso a disposizione del sistema" e nonostante questo il debito pubblico continua costantemente ad aumentare in modo esponenziale ed ha ormai superato il livello record del 136 % del rapporto debito/PIL.

Particolare attenzione è stata anche dedicata ai fenomeni di una diffusa corruzione e di un forte assenteismo da parte del personale del pubblico impiego che minano alla base la ripresa e la rinascita di un sistema efficace ed efficiente che possa servire da motore e non da freno ad una fase di sviluppo dell'iniziativa privata e degli investimenti pubblici. Se da una parte è ormai certificato da ogni autorevole fonte che un numero sempre maggiore di famiglie si trova in una situazione di grave disagio economico e riesce a sopravvivere solo grazie al volontariato ed all'assistenza gratuita offerta in primis dalla Chiesa e dal mondo cattolico dall'altra parte è altrettanto evidente come tutte le azioni messe in atto dall'inizio della grave crisi non abbiano portato gli effetti sperati per regolare un mondo economico senza regole basti pensare al caso Monte dei Paschi Di Siena  in cui lo Stato e quindi la collettività negli ultimi due anni ha virtualmente perso altri 2,98 miliardi a fronte dei numerosi interventi per puntellare una Banca che non riesce ad uscire dalla crisi e che sono state spesso presentate come grandi successi come accaduto con gli interessi sui prestiti che MPS ha pagato allo stato per un importo di 243 milioni di Euro ma purtroppo non in contanti ma in azioni proprie che oggi valgono 170 euro.

Si tratta di un fenomeno di grande distruzione di ricchezza collettiva ed individuale che viene portato avanti giorno per giorno e che si manifesta in mille diversi episodi dall'ultimo aumento di capitale della Banca Carige in cui i piccoli azionisti in meno di un mese hanno perso circa il 27 % di quanto da loro per l'ennesima volta investito o dalla decisione di numerose banche italiane di ritirarsi in modo massiccio dai titoli di stato del nostro Paese per un importo vicino ai 20 miliardi di euro. Si tratta anche di un'indicazione informale delle autorità europee che spingono affinchè gli Istituti bancari dell'area euro limitino l'esposizione sui titoli di stato dei vari paesi per interrompere il potenziale circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario e si tutelino dal potenziale peggioramento dello spread con i Bund tedeschi, parametro tecnico di riferimento, che potrebbe verificarsi con la fine del Quantitative easing da parte della BCE.

Questa politica espone però al fenomeno che questo potenziale rischio per la banche si trasferisca sulle famiglie italiane che sono gli altri grandi acquirenti di titoli di stato nazionali e che in caso di futuri nuovi problema si troverebbero ancora una vota depauperate di una parte della loro ricchezza termine che in questo caso viene usato impropriamente ed è fuorviante perché non si tratta di "ricchezza" ma di una modesta base di solidità finanziaria su cui una famiglia può fare affidamento per affrontare le difficoltà, anche improvvise, che si possono presentare.

Spingere le famiglie a mettere a rischio il loro capitale è un fatto grave che può portare all'impossibilità di affrontare la vita con maggiore serenità ed in alcuni casi anche alla loro disgregazione.

La priorità del nuovo governo che uscirà vincitore dalla prossima sfida elettorale dovrà essere quella di rendere rapidamente obbligatorie regole e normative che tutelino e salvaguardino il patrimonio delle famiglie accumulato con fatica e dedizione e che impediscano che un mondo finanziario ed economico, dove l'unica "legge" per il operatori è quella di una rapido massimo guadagno, possa continuare ad offrire ad un pubblico ,che spesso non è neppure in grado di capire a fondo di che cosa si sta parlando, investimenti che nel tempo si rivelano pericolosi e imprudenti e che hanno avuto ed avranno conseguenze devastanti.

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