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"Da Cambiaso a Magnasco", in mostra la ritrattistica genovese

A Palazzo della Meridiana fino al 28 giugno

"Da Cambiaso a Magnasco", in mostra la ritrattistica genovese

E’ stata presentata a Palazzo della Meridiana la mostra “Da Cambiaso a Magnasco. Sguardi genovesi” organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo della Meridiana e curata da Anna Orlando; la mostra è visitabile fino al 28 giugno 2020.

Sono esposte una quarantina di tele, suddivise in cinque sale espositive, databili tra la metà del Cinquecento e la metà del Settecento: le opere, nella maggior parte dei casi, nono sono mai state esposte al pubblico, e provengono da collezioni private italiane e in molti casi del tutto inedite. Con esse sono presenti alcuni selezionati prestiti museali. Per la prima volta a Genova una mostra indaga in modo così approfondito, aggiornato e trasversale l’importante capitolo della ritrattistica genovese dalla metà del Cinquecento - dominata da un gigante della pittura come Luca Cambiaso - fino alla prima metà del Settecento, quando con Alessandro Magnasco, Giovanni Maria delle Piane detto il Mulinaretto e Gio. Enrico Vaymer, si assiste alla fascinosa alternanza di segnali di euforia e di crisi. Tanti i protagonisti: Domenico Fiasella, Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto, Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio, Gio. Enrico Vaymer, Domenico Piola, Gio. Bernardo Carbone, Jan Roos, Bernardo Strozzi detto il Cappuccino, Giovanni Maria delle Piane detto il Mulinaretto e molti altri, interpreti di una scuola pittorica in cui la parlata fiamminga si miscela a quella ligure. Ne risultano una maniera e uno stile fortemente connotati e ben caratterizzati; una pittura di grande fascino che si esplica al meglio nei ritratti.

In un’era senza media né selfie, senza web né social, un ritratto nasce non per il libero mercato, bensì per la ferma volontà di serbare memoria di sé o dei propri cari: gli avi, i figli, l’amata. Il contatto tra i due protagonisti di una commessa d’arte, il pittore e il suo cliente, ci riporta direttamente negli atelier e nelle dimore dove gli effigiati posano ore affinché l’artista ne possa cogliere al meglio la fisionomia e l’espressione, persino il carattere e, nelle prove più sublimi, anche l’anima.

Il ritratto è, inoltre, un privilegiato materiale di osservazione ravvicinata di una società. Particolare e curato è anche l’allestimento con video, pannelli didattici, specchi o sequenze di colori vivaci per dare ritmo, movimento e vitalità al tema. Per maggiori informazioni: www.palazzodellameridiana.it.

Fonte: Comunicati stampa
"Da Cambiaso a Magnasco", in mostra la ritrattistica genovese
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